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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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lunedì 11 maggio 2020

GUIDA SEGRETA DI MONTPELLIER E DINTORNI

I PENITENTI BIANCHI CREANO LA MUTUA DEI POVERI



Questo ordine laico, la cui carità verso i poveri fu la più grande missione, è all'origine della Mutuelle Sainte-Foy creata nel 1880.
Sin dalla sua creazione nel 1230, la confreria dei Penitenti Bianchi si era consacrata alla preghiera ed all'aiuto degli indigenti. L'epoca è quella dell'inizio delle epidemie e Montpellier, capitale della medicina, contava numerosi ospizi ed asili per le cure dove si intassavano i poveri. La carità dei Penitenti si fa attraverso la preghiera per il saluto delle anime, ma anche con le visite agli ammalati. Questi cattolici laici partecipavano monetariamente secondo i propri mezzi. Il denaro così raccolto finanziava le cure o l'acquisto di cibo per i malati e le persone anziane nell'incapacità di lavorare, oltre che alle spese dei funerali.
La confraternita aiutava anche, segretamente, i poveri detti "vergognosi" (donne abbandonate da un marito, ragazze madri o persone il cui statuto interdiva di chiedere dell'aiuto.
Per mantenere il segreto fino alla fine, i conti venivano bruciati una volta risolti i problemi. Nel 1880, questo aiuto venne trasformto in una Mutua Sainte-Foy, dal nome della prima cappella dei Penitenti Bianchi nella "rue Jacques-Coeur". La mutua esiste ancora sotto il nome di Languedoc Mutualité, ma non ha più legami con la Confreria.
La Confreria dei Penitenti Bianchi si sarebbe installata nel 1518 nella chiesa Sainte-Foy, l'edificio religioso più antico della città (XII secolo). Esistono ancora oggi una parte dei muri laterali e della facciata, la sacrestia nella quale si trova la placca della sua consacrazione riporta la data del 5 dicembre 1200. La chiesa, distrutta due volte, fu ricostruita tra il 1626 e il 1632. Contenente dei decori basati sui disegni di D'Aviler, la finitura dell'altare, il decoro teatrale della parte alta, il soffitto a compartimenti con dei quadri di Annibale Carracci, italiano nato a Bologna, (XVI - XVII secolo) e di Nicolas Poussin (XVII secolo) fanno di questa chiesa un monumento barocco eccezionale ed è dichiarata "monumento storico" sin dal 1995.
Al fine di nascondere l'appartenenza sociale, i Penitenti Bianchi indossavano una strana tunica bianca sormontata da un cappuccio bucato all'altezza degli occhi, delle maniche lunghe ed un merletto coprivano interamente le mani per evitare di distinguere l'operaio rispetto al notabile. Sino al XVIII secolo solo i piedi nudi del penitente erano visibili. Questa tenuta, chiamata "sacco" prende il suo nome dal "saq" portato dal re Davide in segno di penitenza,  come indicato nel Vecchio Testamento.