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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

mercoledì 16 agosto 2017

58° DOGE - LORENZO CELSI (1361 - 1365) - SECONDA ED ULTIMA PARTE


Penso vi ricordiate che Luchino del Verme fece decapitare il Calogero dopo aver stroncato l'insurrezione. In patria la notizia fu portata dalle galee di Piero Soranzo il 4 giugno ed il popolo impazzì di gioia, riservando il trionfo a quei soldati che, dopo le recenti sconfitte, avevano fatto riassaporare alla Repubblica il gusto della vittoria.
Cronista d'eccezione fu lo stesso Francesco Petrarca che, in una lettera del 10 agosto ad un'amico bolognese, riferisce "Prima di tutto il doge volle assieme al popolo rendere omaggio di lodi e grazie a Dio; in tutta la città, ma specialmente nella basilica di San Marco dove furono celebrate le più solenni feste di cui si serbi memoria. Intorno alla chiesa e sulla piazza si svolse una magnifica processione alla quale, oltre a tutto il popolo e tutto il clero, presero parte anche molti prelati forestieri in quel momento presenti a Venezia".
Dopo gli atti religiosi si passò a giochi e spettacoli organizzati sulla Piazza San Marco ed il Petrarca si sedette alla destra del doge nella loggia della basilica.
Si tennero una corsa ed una giostra essendo la corsa riservata ai soli abitanti della Repubblica. Alla prima parteciparono ventiquattro giovani benportanti che il Petrarca aulicamente definì "non come uomini che correvano ma come angeli che volavano in sella a cavalli, gli zoccoli dei quali parevano non toccare terra".
Per la giostra, che si svolse il 4 agosto, il premio per il vincitore era una pesante corona d'oro purissimo ornata di gemme e per il secondo classificato un argenteo cinto di squisito lavoro. Un invito particolare scritto in lingua volgare ma con il sigillo del doge fu inviato sin nelle lontane province e diretto a tutti quelli che avessero voluto partecipare. Visto l'afflusso degli esperti guerrieri ci vollero quattro giorni per definire il vincitore. Tra gli altri c'era anche il re di Cipro ma alla fine vinse un cittadino veneziano, Pasqualino Minotto.
Finiti i divertimenti si dovette però tornare alle cose di tutti i giorni. Vista la mania di grandiosità di Lorenzo Celsi, c'era chi stava sempre in guardia perché in tanta fastosità il doge avrebbe potuto montarsi la testa ed effettivamente aveva cominciato ad andare in giro con una specie di scettro che un consigliere ducale arrivò a strappargli spezzandolo in due e presentando denuncia al Consiglio dei Dieci  perché, secondo lui, il doge aspirava ad una signoria. Il Celsi rimase talmente amareggiato per l'accusa che, il 18 luglio 1365, muore di una malattia psichica-depressiva. Corse però voce che fosse stato avvelenato, ipotesi da non scartare. E' però curioso che morì anche il Cancellier Grande Benintendi de' Ravegnani, al quale il Celsi era molto affezionato. Costui era sotto inchiesta per delle trattative di natura poco chiara con i ministri del re d'Ungheria senza averne avvisato i consiglieri ducali, mentre ne era a conoscenza il doge.
Comunque Lorenzo Celsi sarebbe stato  riabilitato dopo morto; un decreto del Consiglio dei Dieci del 30 luglio 1365 ordinò che fossero bruciate tutte le carte di accusa e che il nuovo doge avrebbe dichiarato, nella prima riunione, che il suo predecessore era stato indegnamente calunniato.
Non è detto comunque che il Celsi avesse veramente un certo progetto in testa e che la riabiltazione postuma servisse solo per calmare gli animi e per il bene dello Stato.
Fu sepolto nella chiesa della Celestia che, nel 1810, passò sotto il potere dell'Arsenale e secondo la leggenda nella sua tomba svuotata si trovò solo un po' di cenere che finì nella tabacchiera di un ufficiale di marina il quale, sembra, abbia detto "Ecco un uomo che fu capo di una grande Repubblica! Così finisce il nostro essere! Così svanisce il nostro orgoglio".

MODI DI DIRE

Star par fogia de poro

(Restare come una foglia di porro)

Restare senza fare niente, inutilmente, senza scopo, come inservibili ed inutili risultano ai cuochi le foglie di questa agliacea



8 commenti:

  1. Carro Elio, vedo che i racconti dei dogi continuano e sono sempre interessanti.
    Ora che ferragosto è passato speriamo che il caldo se ne vada e che si possa riposare.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    Risposte
    1. Certo che continuano ma li alternerò anche con altri post di dverso contenuto per interessare sempre di più i miei amici, te compreso naturalmente, per ogni fine settimana. Per il caldo qui sta ritornando. Questa mattina alle 7 già eravamo a 21° ed ho sudato forte in bicicletta. Ora, nel pomeriggio, siamo a 36°. Ricambio sempre il tuo abbraccio ed il sorriso.

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  2. Sempre bello leggere queste tue pagine di Storia. Grazie.

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    1. Grazie a te Daniele. Arrivo al più presto. Buona domenica.

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  3. Recuerdo haber leído también la primera parte, y me ha parecido de principio a fin, una historia muy interesante la del Duke-Lorenzo.
    Excelente trabajo, amigo.
    Un fuerte abrazo, y que tengas un buen fin de semana.

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    1. Grazie per il tuo complimento, Manuel. Contraccambio per i tuoi post e ti auguro una buona domenica.

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  4. Ciao Elio , con il caldo di oggi , avrei preferito il post sul ghiaccio .....
    Insomma , tra alti e bassi , la Storia della Serenissima ha sempre colpi
    di scena . Interessante anche questo post . Lorenzo Celsi , colpevole o
    innocente ? Questo è il quesito .
    Auguro una buona settimana a tutti voi . Domani andiamo al paese di Roberto ,
    là dovrebbe fare un po più fresco . Ritorneremo sabato . Abbraccio Laura

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  5. Normalmente il quesito è : essere o non essere! questo è il problema. Ma va bene anche la tua versione. Beati voi che andate al fresco; qui abbiamo avuto una pausa ma ora siamo tornati attorno ai 32°. Ricambiamo l'abbraccio.

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