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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 16 giugno 2016

44° DOGE - MARINO MOROSINI (1249 - 1253)


Dopo l'abdicazione di Jacopo Tiepolo, che non aveva comunque digerito la modifica della Promissione ducale, durante la "sede vacante" ci si rese conto che il collegio degli elettori avrebbe dovuto essere in numero dispari (per non ricorrere al sorteggio) e così divennero 41. Il 13 giugno del 1249, fu eletto doge Marino Morosini (68 anni) con 21 voti (guarda caso). Probabilmente discendeva dal doge Domenico Morosini, era stato anche duca di Candia ed ambasciatore del Concilio di Lione. Sposato con una certa Romerica (di casato non conosciuto) non ebbe figli, ma ne adottò uno di nome Eginulfo. Sono poche le notizie su di lui a causa di un dogado durato solo quattro anni.
Fu un dogado tranquillo anche perché nel 1250 morì Federico II ed Ezzelino da Romano si teneva tranquillo.
Così il Morosini si limitò a concludere contratti commerciali con Genova, Tunisi e Ragusa consentendo anche a Zara il traffico commerciale a parità di Venezia. Fece, come si dice, orecchie da mercante alla nuova crociata di Luigi IX di Francia, che si concluse inoltre miseramente, non volendo mettersi contro il sultano d'Egitto con il quale si avevano dei trattati commerciali importanti.
L'avvenimento più notevole divenne dunque la concessione fatta alla Chiesa di insediare un Tribunale dell'inquisizione anche se la scelta degli inquisitori spettava al doge ed al suo consiglio e questi dovevano rispettare le pene previste dalla Promissione ducale. Si diede così inizio ad una serie di contrasti tra Venezia e la Santa Sede con diatribe a non finire.
Risale a questo periodo anche l'istituzione di una nuova magistratura chiamata dei "Signori di notte", autentici commissari di polizia, con facoltà di prevenire ed investigare, di reprimere e punire. Quindi si formarono delle squadre che giravano in città tutta la notte. Si era arrivati alla conclusione che le "lucciole" (istituite dal doge Domenico Michiel) davanti i capitelli non erano più sufficienti a garantire la sicurezza. La malavita era aumentata proprio per la tranquillità ed il relativo benessere.
Marino Morosini morì il primo gennaio 1253 e fu sepolto nell'atrio della basilica di San Marco.

MODI DI DIRE

Strucai come le sardèle
(Stretti come le sardine)

Quindi pigiati come le sarde salate nei barili (le scatole di metallo non esistevano a quel tempo) o come i passeggeri sui vaporetti comunali.

Da notare che, contrariamente a quanti credono che i "bigoli in salsa" si facciano con le acciughe, in realtà questo piatto veneziano si fa con le sarde salate da lavare bene prima di usarle.

7 commenti:

  1. Sempre interessante la storia dei Dogi.Buon fine settimana ,a presto ...

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  2. Ciao Elio, questa volta mi soffermerò sulle cose più "frivole".
    Il modo di dire che hai postato c'è anche qui in Brianza, da noi si dice:
    Strengiuù cumè i saràch. Non so se l'ho scritto in maniera corretta.
    Poi ti devo dire che mi piace molto come hai personalizzato la freccetta del maus, la gondola che hai messo è veramente romantica.
    Un caro saluto G.Piera

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    1. Cosa c'è di meglio che soffermarsi sulle cose frivole? Ci fanno dimenticare per qualche momento tutti i problemi di questo mondo. Sono certo che molti modi di dire venezini siano anche espressi in altri dialetti e mi fa piacere quando qualcuno me li segnala.
      La gondoletta non è opera del mio genio (hi hi hi), ma di Ele una mia follower ed amica che mi ha mandato la formula per inserirla. Ricambio il saluto ed a presto.

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    2. A proposito sei la prima che mi parla del cursore formato gondoletta. Un amichevole abbraccio.

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  3. molto interessante... ciao ti auguro un felice weekend!!

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