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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 14 aprile 2016

38° DOGE - VITALE II MICHIEL (1156 - 1172)



Qui le cose si fanno più intense. I dogi cominciano a vivere un po' di più ed a fare grandi cose o grandi errori. Quindi i miei post diventeranno più lunghi. Spero che avrete la bontà di leggerli ugualmente.

Alla morte di Domenico Morosini fu eletto Vitale II Michiel che fu l'ultimo doge ad essere eletto dall'assemblea popolare, perché, alla sua morte, entrò in vigore il nuovo sistema elettorale a suffragio ristretto.
Era probabilmente figlio di Domenico Michiel (1118-1130) e concluse anche l'epoca del dominio delle famiglie nobili che continuavano ad alternarsi al potere. Sua moglie, Felice Maria, era la figlia di Boemondo, principe di Antiochia.
Anni difficili per la politica veneziana con l'apertura dell'imperatore Manuele Commeno ai Genovesi che ottennero con un trattato nel 1157 l'apertura di un quartiere-mercato a Costantinopoli. Il Barbarossa tende a prendere l'intera penisola volendo risvegliare i progetti di Carlomagno sulle isole venete e quindi, dopo la presa di Milano (1161), egli isola Venezia. Da un lato cerca l'aiuto di Genova contro il re di Sicilia e dall'altro incita, contro la città lagunare, Veronesi, Padovani e Ferraresi che si spingono fino a Cavarzere e Caorle. Il doge però reagisce con prontezza attaccando Adria e Ariano Polesine.
L'anno successivo la tensione si aggrava a Costantinopoli ed un migliaio di Pisani prendono d'assalto la colonia genovese per tre giorni, appoggiati dai Veneziani. I Genovesi chiedono un risarcimento ad Emmanuele Commeno accusando la polizia bizantina di non averli protetti e lo ottengono. I Pisani vengono inoltre estromessi dal traffico locale ma si arriva ad un accordo.
I Genovesi subiscono un nuovo assalto e questa volta è Venezia che viene accusata pur non essendoci delle prove potendo inoltre trattarsi di manovre dell'imperator per tenere a bada le Repubbliche marinare, pur volendo rompere principalmente con i Veneziani. Infatti continuando gli intrighi con Ancona e con l'aiuto di questa riesce a ridare vita ad un ducato bizantino a Spalato includendo zone costiere della Dalmazia. Questo naturalmente danneggiava la navigazione veneziana nell'Adriatico.
Venezia, prima o dopo, doveva risolvere questo problema ma, per il momento, Vitale preferisce badare ai pericoli incombenti a causa del Barbarossa. Aderisce segretamente alla lega veronese del 1163 schierandosi quindi con Alessandro III nella politica imperiale. L'anno successivo reprime una rivolta a Zara ma deve impegnarsi per reprimere l'azione militare intrapresa dal patriarca di Aquileia, Ulrico di Treffen, il quale assale Grado. Il doge riesce a sconfiggerlo e farlo prigioniero con tutto il suo seguito.
E' un trionfo personale del doge che verrà ricordato nella festa del "giovedì grasso" (istituita per l'occasione) durante il carnevale. Su supplica di Alessandro III viene liberato Ulrico ma, come clausola, ogni anno, il giovedì grasso, il patriarca dovrà inviare dodici maiali e dodici grossi pani di farina e, più tardi, un toro simbolo di scherno per i perdenti. Gli animali venivano però decapitati e le carni venivano inviate ai prigionieri. Inoltre nella sala del Piovego, in Palazzo Ducale si innalzavano dei castelletti in legno, simboleggianti i castelli del Friuli, che il doge ed i suoi consiglieri abbattevano con una mazza.
L'atteggiamento di Vitale è ambiguo visto che non vuole schierarsi apertamente per l'uno o l'altro dei fronti ma, nel 1167 si ha il giuramento di Pontida contro il Barbarossa, Venezia vi aderisce ufficialmente appoggiando i comuni dell'Italia settentrionale non militarmente ma finanziaramente. Infatti predominante per Venezia divenne il problema dei connazionali a Costantinopoli e che costituì l'emancipazione della Repubblica Veneta dalle grinfie imperiali.
Si concretizza nella città la fisionomia del Comune e l'aspetto stesso della città vi si adegua. Viene riempito il Rio Batario che divideva la piazza San Marco in due la quale divenne quindi la superficie oggi conosciuta ed il campanile venne completato con la cella campanaria servendo anche di faro (si apponevano dei fanali) per i naviganti che entravano in bacino di notte e di giorno la cima ricoperta di lamiere dorate era visibile a grande distanza.
Accade però che tra i tre quartieri italiani di Bisanzio scoppino degli scontri e l'imperatore (Manuele Commeno) fa arrestare, nel 1171, tutti i veneziani residenti a Costantinopoli e nel resto dell'impero, sequestrandone anche i beni e le navi. Si parla di 10.000 arresti.
L'indignazione a Venezia è grande e si invoca la vendetta. I savi ed i due giudici sono per un'azione moderata ma il doge è per la guerra. Viene quindi allestita un'armata che parte nel settembre dello stesso anno agli ordini del doge stesso che ha lasciato momentaneamente il governo al figlio Leonardo nominandolo anche erede assieme al fratello Nicolò di tutti i suoi beni a Venezia e terraferma (case in città a San Polo e Santa Sofia, saline e vigne a Chioggia e Pellestrina). In questo modo mise al riparo i beni della famiglia.
L'impresa è male impostata e si perde in azioni isolate su basi bizantine invece di puntare direttamente su Costantinopoli dove degli ambasciatori cercano di arrivare ad una soluzione diplomatica. Questi ultimi non arrivano a niente ed inoltre tra le ciurme veneziane scoppia la peste. Il doge decide di ritornare a Venezia con la flotta decimata nella delusione del popolo.
Naturalmente l'epidemia si diffonde anche in città ed il doge viene accusato di tradimento, logica conseguenza del malcontento popolare. Gli ambasciatori di Costantinopoli, Ziani e Mastropiero, si eclissano ed il consiglio dei Savi si dà alla fuga. Anche i parenti pensano a tutelarsi e Vitale cerca di rifugiarsi nel monastero di San Zaccaria. Non fa in tempo perché Marco Casolo (istigatore della sommossa) lo pugnala a morte il 28 maggio del 1172.


INDOVINELLO

El piovan de San Casàn
tuta la note 'l lo gà in man;
co 'l lo sente umideto
el se lo suga col fasoéto.

Traduzione

Il piovano di San Cassiano
tutta la notte ce l'ha in mano;
quando lo sente umido
se lo asciuga con il fazzoletto.

Per i malpensanti preciso subito che si tratta dell'anello.

10 commenti:

  1. Un'altra pagina di storia della Serenissima. L'ho letta con molto interesse, sto imparando grazie al tuo blog un pochino di storia di Venezia.

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    1. Ti dirò che alcune cose non le conoscevo neanche io, ma mi rifaccio con un libro acquistato quando ero ancora in Italia. Visto che i dogi sono stati 120 spero mi seguirai anche sino alla metà del 2017 (circa). Buon WE.

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  2. Ma che interessante! Sei molto bravo!
    Elio, il terremoto è stato molto vicino a dove abito io, la zona più colpita è la provincia confinante a sud con quella dove abito io. Lo abbiamo sentito molto forte ma, fortunatamente, qui da noi non ci sono stati danni. Grazie del tuo interessamento. Un amichevole abbraccio

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    1. Anna, grazie per il complimento. Sono contento che dalle tue parti non ci siano stati danni a cose e persone e ricambio l'abbraccio.

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  3. Continua ad essere veramente interessante la Storia dei Dogi .
    Ma io dico , invece di farsi tutte queste guerre che portavano
    distruzione e morte , non potevano sedersi a tavolino e trattare ?
    Venezia a te , Genova al Tale , Ancona all'altro , e così via.......
    Almeno i nostri politici litigano in Parlamento e la guerra è verbale ,
    non ci vanno (quasi ) di mezzo i morti . Buona serata a te e Madame . L.A.

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    1. Laura, ma allora si potevano evitare anche le due guerre mondiali ed oggi si potrebbe invitare Daesh ad un tavolo per fare degli accordi. Purtroppo la storia è fatta di continue battaglie. Alla fine della seconda guerra mondiale si era detto :" Mai più una cosa simile" e, da quel momento, non c'è stato un solo mese senza che nel mondo scoppiasse una guerra e questo sino ad oggi. Madame ringrazia ed entrambi vi auguriamo un buon fine settimana.
      PS - Vado a letto perché domani esco a pedalare.

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  4. sempre affascinanti le vite dei dogi

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    1. In mancanza delle mie foto personali su Venezia, non ho trovato di meglio ma vedo che più persone come te sono attirate da questi angoli di storia e mi spingono a continuare. Buona settimana.

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  5. Interessante la storia dei Dogi.Buona serata e notte Elio!

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