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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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giovedì 12 novembre 2015

27° DOGE - OTTONE ORSEOLO (1009 - 1026)


Nel 1009, morto Pietro II Orseolo, fu nominato doge suo figlio quindicenne, Ottone Orseolo, riconosciuto come "regalem puerum" e quindi come un legittimo erede al trono.
Sin dall'inizio si impegnò a proseguire l'ambiziosa politica del padre e, per crescere ancora di più a livello europeo sposò, nel 1011, la figlia del re d'Ungheria (Elena o Grimelda). Assicurò ai suoi fratelli ecclesiastici posti di prestigio. Orso divenne patriarca di Grado e Vitale vescovo di Torcello. Nel 1017 respinse un attacco del vescovo di Adria che voleva occupare Loreo ed il porto di Fossone costringendolo ad una pace umiliante.
L'anno dopo organizzò una energica e tempestiva spedizione contro i Croati che avevano intrapreso delle scorrerie lungo le coste della Dalmazia e le isole del Quarnaro. Ottenne ottimi risultati e procurò a Venezia il consolidamento della sua supremazia ed ottenendo dalle varie città un tributo annuo per il protettorato.
Ottone, giovane com'era, si montò un po' la testa e pensò di fare a meno dell'imperatore d'Occidente Enrico II, del Papa Benedetto VIII ed anche di Bisanzio senza considerare poi l'opposizione dei Venetici che erano contrari alle dinastie.
L'opposizione interna nei suoi confronti si allargò a macchia d'olio ad opera della famiglia dei Flabianico e quella esterna da parte del patriarca di Aquileia, Poppone, che, volendo le rendite di Grado, aveva fatto le sue rimostranze al Papa dichiarando anche illegale l'elezione di Ottone Orseolo.
Nel 1023 la situazione per gli Orseolo divenne insostenibile e dovettero scappare per evitare il peggio. Ottone ed Orso ripararono in Istria dove gli abitanti erano ancora grati agli Orseolo a seguito dell'operato di Pietro II.
Poppone colse l'occasione e prese possesso di Grado assieme agli abitanti di Aquileia che depredarono reliquie e preziosi nelle chiese, violentarono le monache nei conventi, quindi comportandosi come pirati.
A Venezia la notizia provocò ovviamente indignazione a tutti i livelli della popolazione trattandosi effettivamente di un assalto al patrimonio dello Stato. Quindi, nel 1024, Orso ed Ottone Orseolo furono richiamati in patria e reintegrati nei loro poteri. Nel dicembre dello stesso anno il nuovo Papa, Giovanni XIX, in un sinodo riconobbe il titolo patriarcale di Grado dove i due Orseolo misero un po' d'ordine, restaurando le chiese e fortificando le mura. Fecero l'errore di non interpellare il nuovo imperatore d'Occidente, Corrado II che voleva fare di Venezia un baluardo contro l'Oriente in mano all'impero germanico.
Bastò quindi che Ottone si opponesse alla nomina a vescovo di Olivolo del diciottenne Domenico Gradenigo, perché si verificasse un'altra sommossa contro gli Orseolo da parte della famiglia Flabianico. Questa volta Ottone non riuscì a scappare in tempo e, decaduto dalle sue funzioni, fu rasato di barba e capelli e spedito in esilio a Costantinopoli.

MODI DI DIRE
Spacar un cavélo in quatro
(Spaccare un capello in quattro)

Si dice, negativamente, di una persona sofistica che vuole sempre, a ragione o a torto, discutere su ogni argomento.
Ma in versione positiva si indica chi esamina e sviscera con capacità l'aspetto ed i dettagli della questione su cui si discute.

10 commenti:

  1. Altro post storico molto interessante.
    Saluti a presto.

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    1. Grazie per il sostegno, Cavaliere. Alla prossima e buona domenica.

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  2. Se si chiamava Ottone dev'essere stato un grande Doge ( o forse no?).

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    1. Diciamo medio. Nel futuro ce ne saranno di migliori. Il nome Ottone gli era stato dato perché l'imperatore d'Occidente si chiamava così e bisognava pure "ungerlo" (hihihi). Buona domenica.

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  3. Questa tua galleria storica è veramente di grande interesse. Certo questi Dogi non devono aver avuto una vita né semplice né facile, ma credo neanche per i loro sudditi.

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    1. Certo Ambra, ma ti garantisco che Daesh avrebbe avuto una vita non facile lo stesso. Tra taglio delle mani e della testa, senza considerare lo squartamento in Piazza San Marco ed i vari giudizi di Dio, avrebbero avuto un degno avversario. Ti garantisco che non sono un guerrafondaio, ma di fronte a certi crimini penso che bisognerebbe una coalizione di tutto il mondo (Putin permettendo) per eliminare questa piaga. Bonbardamento a tappeto delle postazioni ed intervento a terra per soccorrere la popolazione civile che ci andrà sicuramente di mezzo. Del resto i morti di Parigi erano pure dei civili. Non sai quanto mi pesi esprimere questo concetto perché abborro qualsiasi forma di violenza. Buona domenica.

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  4. Lo he leído varias veces y no lo llego a comprender,.
    No conozco la Historia.

    manolo

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  5. Grazie per la visita Manolo. Clicca sulla bandiera spagnola nel riquadro "translator" e, anche se non è ben tradotto, forse si potrà capire qualche cosa. Un amichevole abbraccio e buona domenica.

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  6. Ciao Elio , sembra che la Storia si ripeta all'infinito , sempre in più grande scala ,dal tempo dei Dogi ,
    a oggi . Piange la Francia , ma piange tutta l'Europa . Contro dei fanatici che si immortalano ,ma
    per che cosa ? Dammi una risposta convincente perchè io come te , odio la violenza di qualsiasi
    tipo. Vi auguro una serena domenica , se vi è possibile . Un'abbraccio Laura A.

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    1. Come posso darti una risposta convincente quando ci si trova dinnanzi un obbrobrio del genere. E' vero, odio la violenza ma, a questo punto vedo solo la possibilità di agire come durante la seconda guerra mondiale. Bombardare i siti di Daesh e EI rasandoli al suolo. E' vero andranno di mezzo anche dei civili ma lo erano pure i morti di Parigi. Mi sento male a scrivere queste cose ma, purtroppo, non so come si possa fare contro questa guerra che si insinua nelle nostre case. Mercoledì prossimo vado ad un concerto qui a Montpellier e mi rifiuto di non farlo perché altrimenti avrebbero vinto loro.
      In televisione tutti i leader internazionali pieni di buone parole ma nessun appoggio sul luogo ai militari francesi. Inoltre El Assad fanfarona alla TV che è colpa della Francia se si è arrivati a questo quando le sue truppe non sono riuscite a fermare gli integristi ed anzi sono andate contro i ribelli al suo regime. Uno dei kamikaze era in possesso di un passaporto siriano. Troppo presto per dire se fosse vero o falso ma ....Povero mondo. Buona domenica anche a te e famiglia.

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