L'ARTE DI FARE DEI VOCALIZZI
Con un repertorio di un centinaio di suoni, il gatto può anche cantare. Tutto un mondo da scoprire!
Il gatto miagola e si esprime a suo modo. Sarebbe meglio conoscere il suo vocabolario per capirlo e comunicare con lui. Per chiedere egli dice "mew". Se non lo si ascolta attentivamente, si arrabbia e dice "mraou" e quando si è a sua disposizione, per servirlo, dice "mre" (grazie).
Il repertorio felino comprende dei mormorii, delle vocali, dei suoni di alta intensità. Si può anche far cantare un gatto (io non ci sono riuscito)! Lo sentiamo mettere ed aumentare il volume spontaneamente. le sue vocali vanno da "miaou" a "môôô" ed a "mmaâaoou" e, secondo l'umore, ci dà dentro. E' sufficiente che ritrovi un gioco, dimenticato da tempo, o che sia eccitato da un peluche alla valeriana perché si lanci in una fuga in "miaou "maggiore" con un crescendo.
E' così che "La fuga del gatto" (1729) non è di Scarlatti, ma del suo gatto! Quest'ultimo aveva la mania di passeggiare sulle partizioni e di correre sui tasti del piano. Un giorno il suo padrone prese la briga di prendere un foglio e di scriverci le note!
E NOI ?
Cantare per esprimere la propria gioia, il proprio stupore, il gusto di vivere, è buono per il morale. Nello stesso tempo che ci scopriamo dei talenti vocali, creiamo la nostra propria musica d'accompagnamento. Eccellente mezzo di decompressione.
PS - Non è facile rendere i vari miagolii di un gatto e quindi mi perdonerete la mia idea di provare a scriverli.