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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

mercoledì 7 ottobre 2020

77° DOGE - ANDREA GRITTI (1523 - 1538) -TERZA ED ULTIMA PARTE

 


Eravamo rimasti al fatto che Pietro l'Aretino aveva affittato una casa che dava sul Canal Grande. In questa casa si ammassavano quotidianamente una folla di artisti, discepoli, patrizi, avventurieri e cortigiane tanto che divenne il centro della cultura e del "vizio" della Venezia di allora. A custodire detto centro c'erano delle belle ragazze soprannominate le "Aretine", cortigiane top di Venezia : Caterina Sandella, Perina Riccia, Marietta, Chiara e Margherita, tutte "massare" del Poeta che divennero automaticamente "honorate".

In questo ambiente fu concepito un opuscolo tale la famosa Tariffa delle puttane di Venegia, che in terza rima fa la rassegna delle principali cortigiane, più o meno nobili, della città, indicando anche le diverse tariffe. La più famosa è senz'altro la Zaffetta, vittima di una singolare avventura preparata per lei il 6 aprile del 1531 da un amico dell'Aretino, il Veniero, che, per vendicarsi di essere stato respinto, l'avrebbe invitata a Chioggia e costretta ad andare a letto con trentuno uomini in una sola notte. Tutto questo scritto nel famigerato libro  Il Trentuno della Zaffetta. Questo episodio riflette la società rinascimentale di Venezia, licenziosa e spensierata, che faceva scrivere al Sanudo con pessimismo sul futuro della città : "Possa provvedere Iddio, che tutto guida, altrimenti prevedo molto male !". Ma dietro questa immoralità ci sono anche uomini capaci di soccorrere il prossimo, di amarlo e soccorerlo e non solo burlarsi di lui. E' quanto Venezia può sperimentare nell'ennesima epidemia di peste che la coglie nel dicembre del 1536, con l'accorrere di Ignazio di Loyola e Francesco Saverio per assistere i malati  nell'ospizio degli Incurabili.

Di questa città dal doppio volto, tutta umanità e raffinatezza, Andrea Gritti fu il doge ideale. Anche lui vestiva di seta bianca, come un paio di suoi predecessori che si erano atteggiati a monarchi. Niente vi era di più appariscente che la sua pubblica comparsa, niente di più lauto che i pubblici conviti, niente  di più splendido che il suo corredo. Con l'assolutismo monarchico in ascesa in tutta Europa, Venezia ebbe probabilmente nel Gritti il doge più portato ad impersonificare la figura del monarca, pur nei limiti della costituzione repubblicana. Il massimo della sovranità che può permettersi il doge è l'organizzazione di spettacoli nella Piazza San Marco con l'aggiunta degli scherzi dei buffoni e della sua vecchia governante Marta, nonché di lauti banchetti, uno dei quali, quello della vigilia di Natale, gli sarebbe stato fatale. Si dice infatti che sia morto per una scorpacciata di anguille allo spiedo o di un minestrone di fagioli. Morì il 28 dicembre 1535 e fu sepolto il 2 gennaio, dopo solenni funerali, nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo. Solo nel 1580 gli eredi avrebbero potuto erigergli un mausoleo nella chiesa di San Francesco della Vigna.

MODI DI DIRE

Gnanca el can no mena la coa par gnente

(Neanche il cane scuote la coda per niente)

Figurativo  per dire che nesuno fa qualcosa senza interesse.


6 commenti:

  1. I tuoi post sono sempre istruttivi Elio e spesso parlano della storia dei Dogi, molto interessante. Il modo di dire di oggi, credo molto veneto lo conoscevo anche io . . .
    Un saluto, buona giornata, ottima continuazione di settimana e sereno mese di ottobre appena iniziato

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    1. Grazie, della visita. Per il momento sono un po' in ritardo per contattare gli amici follower, causa qualche piccolo problema (non di salute). Verrò a trovarti al più presto. Un amichevole abbraccio e sereno mese di ottobre anche a te.

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  2. sono una grande appassionata di Storia e queste pillole sui Dogi per me sono chicche che leggo sempre con molto piacere...e oggi commento anche.
    continua così, e grazie!

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    1. Grazie per la visita ed il commento, Betty. Verrò a trovarti al più presto. Buona domenica.

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  3. Dunque , una Venezia licenziosa quella del Doge Gritti .
    Mi ha fatto sorridere l'episodio di Zaffetta , addirittura 31 uomini
    in una sola notte . Ma sarà vero o è solo una bufola...
    Modo di dire prettamente veneto .
    Ciao , a risentirci . Laura

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  4. Venezia è sempre stata licenziosa in quanto porto accogliendo tutti i marinai di diverse nazioni, perfino i mussulmani con i quali, ogni tanto, combatteva per il dominio sul Mediterraneo. Pr la Zaffetta non so cosa dirti, traggo le notizie dal libro "I dogi, storia e segreti" di Claudio Rendina. Risale al maggio 1993 e mi costò 4.900 lire. Ciao e buona domenica a te e coniuge.

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