domenica 5 luglio 2020

75° DOGE -LEONARDO LOREDAN (1501 - 1521) - QUARTA ED ULTIMA PARTE



Eravamo rimasti al ponte delle Tette, ed in una Venezia simile i nobili preferiscono contendersi una cortigiana, come accadde ad Andrea Loredan, parente del doge, che restò mortalmente ferito, una notte del 1513, per mano del patrizio Orsatto Priuli. Le cortigiane erano ormai avviate agli alti ranghi della società: Cornelia Griffo "meretrice ricca, sonptuosa e bellissima" come la definì il Sanudo, era riuscita a farsi sposare nel 1520 dal patrizio Andrea Michiel con una bella cerimonia celebrata in S. Giovanni in Torcello.
Peraltro anche le monache seguivano l'andazzo del tempo e la clausura non era certo rispettata al convento della Celestia, dove, secondo Francesco Berni, le suore "facevano la Pasqua come il Carnevale", ballando spesso la notte fino all'alba con molti giovani patrizi.
Venezia era anche un "bordello" nella pubblica amministrazione, con le cariche concesse non per merito ma a chi pagava meglio.
L'arcivescovo di Candia, Giovanni Landio, diventa un falsario e viene arrestato nel 1519.
Aggravi fiscali imposti dalle guerre e contro 2.000 ducati si poteva avere il titolo e la toga di senatore (senza diritto di voto). Il doge fece un accorato appello a tutti i detentori di cariche pubbliche perché offrissero prestiti o donazioni in denaro e così essi annunciarono i loro contributi prima che si votasse la loro candidatura come se fosse un'asta per essere eletto.
Anche il doge non si tirò indietro visto che dopo la sua morte fu aperta una inchiesta da parte degli Inquisitori "sopra il doge defunto". Il ridicolo fu che si addebitarono agli eredi del Loredan 2.700 ducati, quando egli ne aveva spesi ben 90.000 a vantaggio della Repubblica.
Fu comunque anche un periodo favorevole agli artisti che fecero la città sempre più bella. Il Giorgione affrescò il Fondaco dei Tedeschi, il Tiziano dipinse la sua Assunta nella chiesa dei Frari, le procuratie vecchie furono ricostruite ed un angelo d'oro posto sul campanile di San Marco.
Venezia difende i luterani e il 25 dicembre del 1520, Andrea da Ferrara, sospetto di Luteranesimo, predicava in Campo Santo Stefano. La Repubblica non prende posizione pur mandando un osservatore alla Dieta  di Worms, indetta dal nuovo imperatore Carlo V. L'incaricato è Gasparo Contarini convinto assertore della netta distinzione tra potere politico e potere spirituale.
Leonardo Loredan muore il 21giugno 1521 per una cancrena alla gamba, dopo una inutile agonia di una settimana. Nel frattempo i figli cominciarono lo sgombero dell'appartamento nel Palazzo Ducale, provvedendo a trasferire il mobilio nel primicerio della chiesa degli Ss  Filippo e Giacomo, da loro presa in affitto. Non si curaroni di far costruire subito un monumento funerario ed il doge fu sepolto in una tomba senza iscrizione ed una semplice lapide di marmo sopra i gradini dell'altare maggiore della chiesa dei Ss Giovanni e Paolo. Il monumento venne eretto solo nel 1572 dai discendenti contro il volere dei frati che volevano spostarlo per sistemare meglio il coro attorno all'altare.

MODI DI DIRE

Magna e bevi che la vita ze un lampo
(Mangia e bevi perché la vita è un lampo)

E' la filosofia delle persone prive di orizzonti culturali e vittime della miseria economica e morale.


12 commenti:

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    1. Grazie Vincenzo. Alla prossima e buona settimana.

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  2. Caro Elio, devo dire che non si si stanca mai leggere di Venezia.
    Ciao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso 

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    1. Grazie Tomaso, avrai ancora occasione di vedere altri post prima di settembre e sai già a cosa mi riferisco (lol). Un amichevole abbraccio.

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  3. Bel post sulla storia del Doge Loredan!Buona serata OLga

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    1. A quel tempo, credo che Venezia fosse dominante anche dove tu vivi, ma dovrei controllare perima di confermare oppure me lo puoi confermare tu. Ciao OLga, grazie della visita.

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  4. Ciao, condivido il tuo pensiero, sulla superficialità di certe frasi fatte. Vero che la vitaq è un lampo, ma non è fatta solo per magnàr e bèr !

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    1. Stefano, ho solo riportato un modo di dire ma il mio pensiero coincide con il tuo. Buona settimana.

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  5. Doveva essere un periodo molto divertente però... non che adesso per certi versi non lo trovo molto diverso.
    Mi piace molto la frase veneziana anche questa di grande attualità.

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    1. Certo Carmine; ma solo per i nobili fortunati e non certo per il popolino. La stessa cosa vale per il modo di dire, i poveri non potevano certo "bever e magnar" a volontà. Penso che questo sia anche oggi di attualità. Un amichevole abbraccio.

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  6. Ritardataria sì , ma sempre presente . Leggendoti mi stò facendo una cultura
    sui Dogi . A parer mio , molto complessa nel suo insieme ma , interessante .
    A presto . Laura

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    1. Ritardatario anch'io, in parte giustificato. Grazie ed a presto.

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