Circa una cinquantina di post fa vi avevo fatto vedere, fotografando dall'alto della Torre della Babotte, le nuove Halles Laissac in costruzione. Vi avevo promesso che ne avrei parlato la volta in cui mi sarebbe stato possibile visitarle.
La parola "Halles" indica un mercato coperto ed a Montpellier ce ne sono altre sparse qua e là. Il nome Laissac (che indica anche la piazza circostante) è stato scelto per onorare Alexandre Laissac, sindaco di Montpellier dal 1881 al 1892.
Circa un secolo e mezzo fa si era costruita la prima versione; notate nella foto i fili del tram ed a destra la parte posteriore del tram dell'epoca. Preciso che sono foto scannerizzate e vi avvertirò quando cominceranno le mie.
Negli anni 60 - 70 cominciò il boom delle vetture e quindi via il tram e costruzione del nuovo mercato coperto sovrastato da un parcheggio silo.
Con il passare degli anni l'immobile si degradò talmente che fu ribatezzato "la verruca" e quindi la municipalità di Montpellier decise di demolirlo per costruire delle nuove Halles richiamandosi all'anziano stile.
Nell'aprile del 2016 si avviò il cantiere ed i lavori di demolizione durarono cinque mesi non potendo certo utilizzare degli esplosivi. Qui sotto la progressione dei lavori suddetti:
Finalmente all'inizio di dicembre 2018 sorge il nuovo stabilimento. Notate il tram molto diverso da quello della prima foto. Si tratta di quello della linea 3. A Montpellier ci sono 4 linee mentre a fine anno dovrebbe cominciare la costruzione della quinta linea. Quasi, quasi, vendo la mia vettura.
Il tetto è interamente coperto di pannellli fotovoltaici che producono 84.000 kWh ogni anno. Essendo il fabbisogno dell'immobile pari ad 1/5 della produzione, l'eccedenza viene venduta all' EDF (L'Enel Francese). Inoltre le pareti e le finestre sono costruite in modo da mantenere una temperatura costante sia d'inverno che d'estate.
Bene, allora da questo momento comincia la mia visita corredata dalle mie foto.
Siamo all'esterno
Appena entrati, quello che colpisce è la cupola del soffitto. E' stata progettata da Mona Young-Eun Kim, una studentessa coreana al quinto anno dell' Ecole supérieure des beaux-arts di Montpellier (il concorso era aperto e non riservato agli architetti famosi).
L'artista si è immaginata un melone e l'opera è stata realizzata in tela microperforata tesa di 270 metri quadrati quando la superficie alla base è di 450 metri quadrati.
Ed ora le foto dell'interno con anche alcuni banchi che fanno venire l'acquolina in bocca.
Uno dei migliori pasticceri di Montpellier : Cabiron
Grazie a tutti quelli che verranno a trovarmi e buona settimana.
Caro Elio, le foto dimostrano che niente può fermare il progresso!!!
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana, con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Certo Tomaso, ma qualche volta sarebbe bene conservare le cose come erano anche se questa costruzione è più bella della precedente e permette di non nascondere il panorama che si vede dall'alto della torre della Babotte. Ricambio l'abbraccio ed il sorriso.
EliminaQu'est-ce que c'est différent!
RispondiEliminaBonne semaine.
Surement Elisabete, mais ça rassemble à un centre commercial et pas à un "marché". En tout cas, on mange bien. Bonne semaine à toi aussi.
EliminaMa che belle foto !!! Mi piace la sequenza della demolizione e costruzione .
RispondiEliminaBella idea di postarle . E certo che un giretto lì dentro lo farei e...
comprerei . Chissà se è buono il caffè !
Vi auguro un buon Ferragosto . Ma lì si festeggia ?
Abbraccio . Laura
Le varie vicissitudini fisiche mi hanno impedito di fare personalmente e periodicamente le foto della demolizione che si è fatta piano per piano cominciando dall'alto. Quindi ho recuperato delle foto da un opuscolo edito dall'Agglomerazione di Montpellier. Il bello è che oggi si può acquistare quello che si vuole mangiare e poi sedersi ai tavoli ordinando solo da bere. La scelta è veramente ampia. Il caffé, sinceramente, non è male ma quello che faccio io è migliore. Qui il ferragosto è un giorno festivo come le domeniche anche se diventa occasione per fare un ponte come in Italia. Ricambiamo l'abbraccio.
EliminaUn'opera davvero unica e visti anche i pannelli solari anche lungimirante
RispondiEliminaSono d'accordo con te e pensa che, come detto sopra, una grande parte della produzione elettrica viene rivenduta. Quindi fonte di entrate per eseguire altre opere. Perché non pensarci in Italia per la ricostruzione del ponte crollato a Genova? Da riflettere. Ciao.
EliminaChe bello Elio.... verrò a trovarti. Buon fine settimana.
RispondiEliminaCiao Ale, quando vuoi venire a trovarmi, non solo sul blog, mia moglie ed io teniamo sempre la porta aperta per gli amici. Buona settimana.
Elimina