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Il castello di Peyrepetuse è un castello situato nel comune di Duilhac-sous-Peyrepertuse nel dipartimento francese de l'Aude. Esistente nel XIII secolo, fu uno dei castelli catari. Dopo la crociata degli Albigesi passò in mano ai francesi e fu abbandonato alla fine del XVIII secolo.
Il nome, forse, deriva dal latino petra
pertusi ("pietra forata"), indicando la probabile antichità
dell'insediamento. Il sito presenta inoltre tracce di occupazione di epoca romana, risalenti agli inizi del I secolo a.C.
La prima menzione del castello
risale all' XI secolo. Nel 1070 si
trovava in possesso dei conti catalani di Besalù, dai quali passò in seguito (1111) sotto i conti di Barcellona. Fu quindi feudo assegnato al visconte di Narbona.
Nella prima metà del XIII secolo,
all'epoca della crociata albigese doveva essere un villaggio fortificato, in corrispondenza della parte
intermedia: probabilmente si trattava di case in pietra circondate da un muro e
raccolte attorno ad un torrione, come al contemporaneo castello di Montségur. Il
signore del castello, Guillaume di Peyrepertuse, dopo essersi arreso senza
combattere a Simone di Monfort nel 1217, ai tempi della crociata albigese, fu scomunicato nel 1224 per non aver
rispettato i propri impegni. Si arrese nuovamente dopo la resa di Carcassonne
nel 1240 e il castello passò alla Francia.
Nel 1242 Luigi IX, fece scavare nella roccia la scala di accesso
alla parte alta, che porta tuttora il suo nome, e nel 1250 – 1251 fu costruito
il nuovo maschio di San Giorgio, con l'omonima cappella, e restaurato il
maschio della "Rocca bassa" con la cappella di Santa Maria,
probabilmente preesistenti. Con il trattato di Corbeil del 1258 diviene una
delle fortezze reali francesi poste a difesa dei confini con il regno di Aragona.
Nel 1285 offrì rifugio ai
notabili della città di Perpignano durante la guerra condotta dal re Filippo
III l’Ardito contro il re Pietro III d’Aragona. Nel 1355 fu restaurato e nel 1367-1368
vi si rifugiò, sotto la protezione del re di Francia, Carlo V, Enrico di
Transtamare, pretendente al trono di Castiglia, dopo la sconfitta subita nella battaglia
di Navaretle.
Nel 1542 Jean de Graves, signore
di Sérignan, protestante, si impadronì del castello, ma fu presto sconfitto e
condannato a morte.
Dopo il trattato dei Pirenei del
1658 che stabiliva definitivamente il confine tra Spagna e Francia allo
spartiacque dei Pirenei, perse di importanza strategica e fu custodito da una
guarnigione ridotta, comandata da un ufficiale subalterno. Fu infine
abbandonato durante la Rivoluzione francese e venduto nel 1820.
A partire dal 1950 è stato
interessato da interventi di restauro e consolidamento. I resti accolgono oggi
circa 100.000 visitatori all'anno.
La fortezza, posta in cima ad una roccia naturale (800 m s.l.m.), sulle cui pareti a strapiombo sono impostate le mura, occupa un'area lunga circa 300 m e larga 60 m, che comprende tutta la sommità della collina. E' suddivisa in tre parti : bassa, media ed alta, o "castello di San Jordi" (San Giorgio).
L'accesso è posto a nord, al termine di un ripido sentiero, ed è difeso da un feritoia. La fortezza "bassa" è costituita da una cinta muraria a pianta triangolare, con due torri semicircolari a difesa dell'accesso sul lato settentrionale, lungo 120 m ed il bastione triangolare, a tre piani si trova sulla punta, che domina la valle sottostante. All'interno, sul lato meridionale, a strapiombo sulle rocce, si trovavano i magazzini e le latrine. All'angolo sud-ovest si elevano il maschio centrale e la cappella dedicata a Santa Maria, già esistenti durante la fase catara, con una cisterna per l'acqua. Le due strutture sono collegate da un muro che forma una corte interna al castello stesso, da cui si accede, per mezzo di una porta sul lato occidentale alla parte intermedia della fortezza.
L'accesso è posto a nord, al termine di un ripido sentiero, ed è difeso da un feritoia. La fortezza "bassa" è costituita da una cinta muraria a pianta triangolare, con due torri semicircolari a difesa dell'accesso sul lato settentrionale, lungo 120 m ed il bastione triangolare, a tre piani si trova sulla punta, che domina la valle sottostante. All'interno, sul lato meridionale, a strapiombo sulle rocce, si trovavano i magazzini e le latrine. All'angolo sud-ovest si elevano il maschio centrale e la cappella dedicata a Santa Maria, già esistenti durante la fase catara, con una cisterna per l'acqua. Le due strutture sono collegate da un muro che forma una corte interna al castello stesso, da cui si accede, per mezzo di una porta sul lato occidentale alla parte intermedia della fortezza.
La fortezza di "mezzo" è costituita da una cinta muraria che
delimita lo spazio dove doveva trovarsi un tempo il villaggio cataro e che
consente l'accesso alla parte alta con il "castello di San Giorgio",
costituita da un'altra cinta muraria con maschio centrale e ugualmente dotata
di una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana.
Scusate, ma per altre ricerche vi invio su Internet. Un amichevole
abbraccio.
Belle foto cara Elio, nonostante che hai problemi, di vario genere non riesci mai ha stare fermo!!!
RispondiEliminaCiao e buona pomeriggio con un abbraccio e un sorriso:) sorridere fa bene!
Tomaso
:) anche a te. Torno da aver fatto le spese con mia moglie e trovo il tuo commento. Cosa si vuole di più? Mi è piaciuto molto il tuo post su "Il faro".
EliminaUn amichevole abbraccio.
sarà un pò difficoltoso arrivarci a sto "catelletto"
RispondiEliminaCiao Enio, al castello ci si arriva in vettura e, poi, basta prenderla con calma. Si marcia lentamente e poi, senza far finta di niente, ci si ferma per fare una foto e tirare il fiato. Grazie della visita e buon fine settimana.
EliminaGrazie degli auguri sempre graditi!
RispondiEliminaSpero che tu abbia superato i problemi di salute...
buon week-end! Renata
Grazie a te Renata. I problemi sono ancora in corso, ma stanno migliorando. Buon fine settimana.
EliminaMi piace molto questo tema che hai scelto ... e ho trovato molto bello questo castello. Grazie per aver condiviso le tue foto. Elio abbraccio.
RispondiEliminaGrazie Patzy finito i Catari, tornerò ai miei dogi. Grazie del complimento e buona domenica.
EliminaMolto affascinante questo castello e la sua storia, che ci hai voluto raccontare :)
RispondiEliminaNe ho altre due in cantiere e poi torno ai dogi. Ciao e buona domenica.
Eliminaciao
RispondiEliminainteressante la storia del castello e molto affascinante. Buona domenica.
Grazie Robby, un abbraccio a tutti tre.
EliminaÉ um Castelo belíssimo. Gostava de ter vivido na época de todas as suas épocas. Documentas muito bem os teus Posts e isso deixa ficar resíduos de conhecimento que doutro modo passavam ao largo.
RispondiEliminaParabéns, Elio. Que a tua saúde não te impeça de Postares.
Abraço
SOL
OK. Passo sotto.
EliminaSi tratta di un bellissimo castello. Mi piaceva di aver vissuto nel tempo di tutte le sue stagioni. Documenta bene il tuo post e si lascia dietro residui di conoscenza che altrimenti se ne andò.
RispondiEliminaCongratulazioni, Elio. Che la vostra salute non ti impedisce di Postares.
Abbraccio
SOL
Ciao Sol, vedo che ti metti all'italiano. Mia moglie ha qualche conoscenza del portoghese (reminescenze scolastiche) ma io sono proprio nullo nella tua lingua. Peccato anche se parlo e scrivo altre lingue.
EliminaLa salute sta migliorando e sembra che l'operazione sia scartata. E' già bene così. Buona settimana.
Meramente affascinante, sia la storia che il castello.
RispondiEliminaBuon inizio di settimana.
Vincenzo, quando vuoi passa da queste parti e studieremo la possibilità di vederne due o tre nella stessa giornata. Per il fine settimana prossimo ne sto preparando un'altro. Di storia ce n'è in tutti i paesi del mondo. Buona settimana.
EliminaCiao Elio , veramente questo racconto affascina . Quello che mi stupisce è che
RispondiEliminahanno trovato tracce già nel I secolo A.C. e in seguito si parla del 1.258 .
Come hanno fatto insediarsi lassù e costruire con i pochi mezzi di trasporto che avevano , per me è un mistero . Tu lo sai ? Un abbraccio e buona settimana . L.A.
Ciao Laura, penso che abbiano trovato dei sistemi non troppo faticosi come del resto gli egiziani quando hanno costruito le piramidi. Molti credono che siano state costruite da schiavi frustati in continauazione (vedi qualche film americano di qualche anno fa) ed in realtà erano dei volontari che pensavano di guadagnare il paradiso lavorando per il faraone. Venivano trattati comunque abbastanza bene ed avevano dei mezzi speciali per sollevare o trascinare i blocchi di pietra. Penso che i Catari abbiano copiato (lol). Buona settimana a tutta la famiglia.
Eliminabello e maestoso un conto è leggerlo un conto è vederlo cosi, grazie
RispondiEliminaPensaci Carmine, vieni a vederli direttamente questi castelli così avremo occasione di conoscerci. Buona serata.
EliminaI castelli sono sempre affascinanti con tutta la storia che si portano dietro e le tue foto sono molto belle.
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