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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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giovedì 19 maggio 2016

41° DOGE - ENRICO DANDOLO (1192 - 1205)



Questo doge, eletto il 21 giugno del 1192 mediante la "Promissione locale", quindi con giuramento al popolo come prima ma al quale si aggiungeva ora uno specifico sul vangelo. Il doge non poteva più disporre dei beni del Comune a suo piacimento ed intervenire nelle elezioni di vescovi, patriarchi, giudici e notai. Era naturalmente un colpo al nepotismo che fino allora aveva predominto. Quindi cominciava una nuova era.
Enrico Dandolo era arrivato al dogado in tarda età (tra gli 80 ed 85 anni - non si sa bene) dopo aver ricoperto alte cariche statali. Aveva un fisico eccezionale anche se con qualche difetto alla vista. Non si sa se fosse dovuta a fatto che Emanuele Commeno lo aveva fatto abbacinare o ad una ferita cercando di sottrarsi a questa tortura.
Vedovo di Felicita Bembo e risposato con una certa Contessa di ignoto casato, cieco da un occhio, era ancora, nonostante l'età, un gigante capace di imporsi con autorità dentro e fuori Venezia. Cominciò a farsi rispettare da Verona che intralciava i commerci veneziani sull'Adige. Con una rapida azione stroncò ogni velleità dei Veronesi che vennero a Venezia, il 21 settembre 1192, per implorare la pace. Fu stipulato un trattato che impegnava anche Treviso al rispetto della priorità della Repubblica.
Il 1195 è un anno importante: a Bisanzio, Isacco Angelo viene detronizzato dal fratello Alessio III che non è ben visto dal doge. Per accattivarselo l'imperatore gli invia una nuova "Bolla d'oro" ricca di nuove convenzioni favorevoli a Venezia e l'anno dopo gli invia le spoglie di Santa Lucia (protettrice dei ciechi e degli ottici) in onore della quale verrà costruita una chiesa, demolita poi per fare posto alla stazione ferroviaria. Il corpo fu traslato nella chiesa di San Geremia e sul lato verso il Canal Grande vi è un altorilievo raffigurante la Santa.
I Pisani fomentano una sommossa contro Venezia concentratasi ad Ancona, Zara e Ragusa. Da questi porti partono rappresaglie su Pola ed altri centri dell'Istria rinfocolando antichi rancori. Nel 1195 la flotta veneziana al comando di Tommaso Falier scaccia quella pisana da Ancona e nel 1196 la insegue sino a Costantonopoli da dove snidano i Pisani che desistono da ogni altro tentativo.
Nel 1198 viene eletto Papa Innocenzo III, simbolo vivente del potere teocratico, che, in nome della Mater Ecclesia, indice la quarta Crociata. Nessun sovrano offre il suo braccio per parteciparvi e pochi anche i nobili che si arruolano.
La meta è l'Egitto dove regnava il sultano più agguerrito contro la fede cristiana. Si pensava che, una volta battuto l'Egitto, la strada per Gerusalemme sarebbe stata completamente aperta. Per una spedizione di questo tipo occorrono navi e mezzi di sussistenza per cui i capi della Crociata si rivolsero a Venezia nel febbraio del 1201. Si arriva ad un accordo nel mese di aprile : Venezia si impegna a fornire navi e viveri  per un anno e riceve in compenso 85.000 marchi in argento di Colonia (circa 420 milioni di lire del 1956) Ma bisogna anche considerare che a quel tempo l'argento aveva un valore di acquisto superiore all'attuale. Nel giugno del 1202 i Crociati si concentrano a Venezia per la partenza ma, al momento dell'imbarco, la somma non salta fuori.
Si discute ed intanto passa il tempo sino all'autunno. Venezia propone all'ora che i Crociati, in cambio del trasporto, paghino il servizio , trasformandosi in mercenari, per punire Zara che comunque è una città cristiana. Malgrado la scomunica su Venezia da parte del Papa, l'accordo viene firmato e la quarta crociata salpa al canto del Veni Creator. Sul ponte di Comando Enrico Dandolo e suo figlio, ammiraglio, Vitale. Naturalmente Zara, assediata a metà novembre, viene presa in pochi giorni e si decide di svernare lì prima di partire per l'Egitto.
Arriva invece a Zara, in primavera, Angelo Alessio, figlio di Isacco Angelo esule in Germania, che propone ai crociati una deviazione verso Costantinopoli per rimettere sul trono suo padre. Per il doge e per i baroni francesi immensi vantaggi commerciali e 200.000 marchi d'oro.
Decisione presto presa e nell'aprile del 1203 si fa vela verso Costantinopoli. La città viene presa il 17 luglio, Isacco Angelo torna sul trono ma abdica subito a favore del figlio che diviene Alessio IV. Questi cerca di perdere tempo per pagare il debito perché i sudditi non vogliono sottoporsi all'esoso pagamanto. Pare che il doge gli abbia detto: "Noi ti abbiamo cavato dalla miseria e nella miseria ti ricacceremo". I Bizantini, indignati, cercano di bruciare la flotta veneziana. Il 5 febbraio 1204 una congiura porta al potere Alessio V (Dukas Murzuflo) cugino di Alessio IV che viene imprigionato e per sicurezza viene strangolato qualche giorno dopo.
Il doge ed i baroni francesi ne hanno abbastanza e decidono di passare all'azione accordandosi per la spartizione dell'impero bizantino. Una volta presa la città e pagati i debiti ai Veneziani, il resto sarebbe stato diviso anche con i Crociati. Un gruppo di dodici elettori (sei Veneziani e sei Crociati avrebbe poi eletto il nuovo imperatore). Il 13 aprile Costantinopoli è presa e saccheggiata depredando tutto quello che era possibile depredare compreso all'interno delle chiese. Tralascio i particolari più sordidi di questa vicenda. I Veneziani fanno la parte del leone e, tra l'altro, inviano in patria i quattro cavalli in bronzo dorato che si trovavano sull'ippodromo con una galea comandata da Domenico Morosini al quale, tra le altre cose, fu concesso di tenere personalmente uno zoccolo che si era staccato da uno dei cavalli. Sono quelli che ancora oggi si trovano all'interno del Palazzo Ducale. Quelli sulla basilica sono delle copie.
Venezia ottenne immensi territori : il meridione della Morea, Negroponte, Egina, Salamina, le Cicladi, Nasso, Andro, parte delle Sporadi, le Ionie, l'Epio, l'Acarniana, l'Etolia con Durazzo, Jannina, Arta, Gallipoli ed Eraclea. Quasi un impero.
Imperatore di Costantinopoli fu eletto Baldovino di Fiandra perché il doge Enrico aveva fatto sapere che non voleva quella corona ed assunse il titolo di "Dominatore della quarta parte annessa di tutto l'impero di Romania", titolo che i dogi avrebbero mantenuto sino al 1356.
A tutte le altre terre si aggiunge il 12 agosto l'isola di Creta, venduta a Venezia da Bonifacio di Monferrato che non sa cosa farne.
Enrico Dandolo dovrebbe rientrare in patria per ricevere gli onori che gli sono dovuti, ma pensa che il viaggio sia troppo faticoso per lui e preferisce restare sul campo di battaglia per combattere i Bulgari che assediano Adrianopoli i quali, vincitori, prendono alla fine prigioniero anche l'imperatore Baldovino.
Dopo la battaglia di Adrianopoli, Enrico, quasi centenario, cavalca una notte intera per raggiungere Costantinopoli, dimostrando ancora una volta di essere un gigante. Muore il primo giugno del 1205 e viene sepolto a Costantinopoli nella chiesa di Santa Sofia.

Io sono sfinito e spero che non ve ne avrete a male se non pubblico "I modi di dire", sempre che siate riusciti a leggere sino a qui.
Al prossimo doge.

8 commenti:

  1. Li e reli (traduzido). Entendo ser, este pedaço de História, um bom Documento de uma época que Veneza dominava a política e a guerra.
    Gostei de ler.

    Abraço
    SOL

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    1. Hai ben capito, Sol. Siamo solo al 41° doge e spero di arrivare sino all'ultimo che era il 170°. Quindi di storia, politica e guerra ne avremo ancora. Ricambio l'abbraccio.

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  2. un caro saluto Elio, ammazza quanti Dogi... c'è da perdersi

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    1. Spero solo di arrivare all'ultimo, il 170°. Grazie Enio ed a presto.

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  3. Interessante, come sempre. Grandi lezioni di cultura....quante cose scopro leggendo i post dei tuoi dogi...grazie Elio, alla prossima. Ciao Stefania

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    1. Grazie Stefy, all'inizio ero un po' indeciso di partire su questa serie, ma vedo che interessa più persone. Quindi continuerò sino alla fine. A presto.

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  4. Ho letto tutto e mi gira la testa . Ma Enrico Dandolo , a quell'età era così
    forte e pieno di vitalità e voglia di conquiste ? Beato lui , è da invidiare...
    Conosco la Chiesa di San Geremia , era la Parrocchia delle zie . Mi portavano
    a pregare Santa Lucia . Forse a qualcosa è servito , visto che ci vedo ancora
    bene x la mia età . Vuoi dire che la Chiesa è stata costruita intorno al 1.200?
    E' così antica ? Li porta bene i suoi anni ....Vado in sala , Robby chiama .
    Buona domenica e abbraccio a tutta la famiglia . Laura

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    1. Ciao Laura, la storia della Serenissima va dal 697 al 1797 e quindi tutte le chiese ed i palazzi entrano in questo periodo. Spero di assomigliare ad Enrico Dandolo perché effettivamente era un campione, ma non discendo da questa linea di nobili né da una qualsiasi altra.
      Buon appetito a Roby ed un abbraccioa tutti due.

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