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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 12 maggio 2016

40° DOGE - ORIO MASTROPIERO (1178 - 1192)



Con il nuovo sistema elettorale, varato dal precedente doge, i quaranta membri scelsero come nuovo doge Orio (o Aurio) Mastropiero. Ricco come il suo predecessore, aveva fatto una simile carriera politico-finanziaria arrivando anche a prestare soldi al Comune, tanto da ricavarne due parti del mercato di Rialto. Fu anche giudice ed ambasciatore a Costantinopoli e plenipotenziario per la pace trattata a Venezia tra Alessandro III e Federico Barbarossa.
Nei primi anni del suo dogado fu emanata la "Promissione al maleficio" nel marzo 1181, come codice penale fondamento delle successive leggi e compendio di quelle già esistenti. Una legislazione curiosa che tutelava con pene severissime gli attentati ai beni dei cittadini e prevedeva invece semplici multe per le violenze alle persone con eventuali ferite. L'assassinio però veniva punito con l'impiccagione e se il delitto causava handicap mentali, al colpevole venivano amputate le mani o cavati gli occhi.
Tra il 1185 ed il 1187, compaiono i consiliari quali veri e propri "consiglieri" del doge, dapprima in numero di tre e poi elevati a sei corrispondendo ai sestieri in cui era divisa Venezia. Questo rendeva più facile il compito degli "Avogadori", cioé i procuratori legali del Comune che agivano in collaborazione con il Procuratore di San Marco. I consiglieri costituirono quindi il Consilium Minus che si affiancava al Doge con funzione escutiva, limitandone quindi l'autorità, anche se agiva separatamente dal Consiglio dei Savi che manteneva le proprie prerogative. Composto di 46 membri venne creato il Maggior Consiglio. Successivamente si sarebbero aggiunti il Consiglio dei Pregadi, quello dei Quaranta ed il famigerato Consiglio dei Dieci.
Naturalmente Mastropiero dovette affrontare nuovi problemi con l'impero d'Oriente dopo la morte di Manuele Commeno. I Bizantini si sentivano umiliati dagli accordi che quest'ultimo aveva preso con Venezia e scatenarono una serie di rivolte interne agevolati dal fatto che l'erede al trono, Alessio II aveva solo 10 anni. Andronico Paleologo si autonominò imperatore e scatenò il popolo di Bisanzio in una vera e propria caccia agli Italiani. Fu una strage autorizzata con logica distruzione dei fondachi e l'appropriazione delle merci. Pisani, Genovesi e Veneziani trovarono scampo solo nella fuga.
Venezia non poteva nemmeno troppo aiutare i propri concittadini perché nel 1183 il re Bela III d'Ungheria aveva intrapreso una nuova spedizione in Dalmazia, riconquistando Zara e seguitando a danneggiare le navi veneziane. Solo che, il re normanno Guglielmo II rispolverò il vecchio progetto di riconquistare la Grecia nel 1185 e nella guerra che seguì Venezia, quale sua alleata, prese Tessalonica. Il fatto nuovo fu che il crudele Andronico fu ucciso e si ebbe l'avvento al trono di Isacco Angelo. Quest'ultimo, nel 1187, riaprì il dialogo con Venezia per isolare il re normanno che morì due anni dopo.
Venezia ottenne un risarcilento di quasi un milione e mezzo di lire veneziane (pari a poco più di circa 30 milioni di euro). Bisogna però tenere presente che il potere di acquisto della moneta di allora era circa dieci volte maggiore dell'attuale. Visto però che i danni subiti dai Veneziani erano superiori a detta cifra furono ceduti a loro anche i quartieri francesi e germanici di Costantinopoli. A convincere Venezia di accettare il compromesso partecipò anche il matrimonio tra il figlio del Barbarossa, Enrico VI e la figlia di Guglielmo II, Costanza, unica erede del regno normanno. Questo poteva spostare l'interesse dei traffici commerciali nell'Adriatico meridionale e, quindi, Venezia aveva tutto l'interesse ad allearsi con Bisanzio.
Un nuovo avvenimento attirò l'attenzione dell'Europa verso l'Occidente. Il sultano d'Egitto, Saladino, di conquista in conquista, arrivò a sconfiggere a Hatten il debole re di Gerusalemme , Guido di Lusignano, ponendo fine al regno cristiano in Terrasanta. Resisteva solo Tiro,grazie a Corrado di Monferrato  aiutato dalle flotte pisane e genovesi. Si organizzò quindi, nel 1188, la terza crociata alla quale parteciparono il Barbarossa, Filippo Augusto di Francia  e Riccardo "cuor di leone" d'Inghilterra. Fu quasi un fallimento perché, morto il Barbarossa annegato in un torrente in Cilicia, gli altri due non s'intesero sulle operazioni militari e si arrivò soltanto alla liberazione di Cipro.
L'apporto della flotta veneziana fu molto limitato perché il Mastropiero non vedeva quali concreti vantaggi avrebbe potuto avere Venezia, anzi un suo intervento poteva nuocere agli accordi commerciali con l'Egitto. Inoltre i Pisani avevano riottenuto i loro privilegi persi con la sommossa di cui sopra dando così inizio ad una nuova concorrenza.
A complicare le cose ci si mise il nuovo imperatore Enrico VI successore automatico del re di Sicilia Guglielmo II morto nel frattempo. Visto che i Normanni non erano d'accordo sulla sua elezione lui fece degli accordi per avere l'appoggio delle navi genovesi e pisane. La situazione nei mari del levante comincia a complicarsi perché si avvia una "guerra di corsa" per mettere in discussione l'egemonia di Venezia sull'Adriatico. Corsari veneziani attaccano navi anconetane, corsari normanni aggrediscono navi pisane e genovesi, corsari greci assaltano tutto quello che gli capita a tiro.
Di fronte a questo caos, Orio Mastropiero, incapace di fare fronte, abdica nel giugno del 1192 e muore alla fine dell'anno.

MODI DI DIRE

Tirarse in squero

(inutile el traduzione)

Lo squero è il luogo dove si tirano in secca le gondole per ripararle oppure per costruirne di nuove.
Quindi per estensione il modo di dire significa che qualcuno si è ritirato a vita privata od è andato in pensione.

10 commenti:

  1. Beh, allora noi giovani "in squero", quindi in pensione... mi sa non ci andremo mai :)))))

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    1. Non so se in Italia ci sono delle ripercussioni su quello che succede in Francia con le proteste dei giovani (studenti o no). Penso che si stia preparando un altro '68 se non una seconda rivoluzione. Buon fine settimana.

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  2. Beh ! a quanto pare , dopo la pace con il precedente Doge , di nuovo guerre
    di potere , TUTTI CONTRO TUTTI . Un po come i nostri parlamentari che si
    tirano le pietre verbali ....speriamo in bene . La parola squero non l'avevo
    mai sentita . Ti ho messo un commento anche sul post precedente . Laura

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    1. Ai tempi della Serenissima di "squeri" ce n'erano in tutta Venezia ed il più importante era l'Arsenale dove si costruivano le grandi galere o barche di trasporto. Oggi ce ne sono solo due dei quali il più noto è quello di San Trovaso. Un caro saluto e buon WE.

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  3. Sono passata per ringraziarti del commento che mi hai lasciato. Buon fine settimana caro Elio.
    Ale

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    1. Grazie Ale, anche se non spesso come prima è sempre un piacere passare dal tuo blog. Buon fone settimana.

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  4. storie d'ieri e d'oggi il tempo dei dogi è anch eil tempo d'oggi per certi versi, quante detti di Venezia che imparo

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    1. Hai ragione Carmine. Come si dice : "La storia si ripete". Sono contento che sei arrivato a leggere sino al modo di dire perché non molti lo notano o forse dimenticano di commentarlo. Trovo che in questi vecchi detti ci sia un po' di storia delle nostre città e regioni. Chissà quanti ce ne sono in tutti i vari dialettiitaliani. Buona domenica.

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  5. La storia si ripete sempre, purtroppo.... Un caro saluto.

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  6. Ciao Erika, grazie per la visita ed a presto. Buona serata.

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