Si continua il giro turistico, ma chi avesse perso la puntata precedente, oscurata dal post sul terremoto in Emilia, è pregato, per non perdersi nelle calli veneziane, di andare al gadget "CERCA NEL BLOG" e di battere "Campo Manin". In alto del presente post apparirà il link per andarlo a vedere e leggere.
Riprendiamo quindi ed inserisco una sola foto perché è importante.
Questa placca commemorativa si trova sempre in Campo Manin. Avrei dovuto pubblicare la foto il 25 aprile, giorno della liberazione, ma volevo conservare il giro in Venezia come l'avevo fatto in gennaio.
Ed adesso, in luogo della massima veneziana, vi racconto una storia vera.
Come tutti sanno, Venezia, come molte altre città italiane, non è stata liberata dagli alleati, ma si è liberata da sola.
Mio padre, in quei giorni, era a capo di una squadra di partigiani veneziani e mia madre (è lei che me lo ha raccontato) non lo sapeva assolutamente. Una sera, mentre mangiavamo (io avevo 2 anni), ascoltando la radio, mio padre, ad una certa frase, si alza di scatto, prende una pistola che teneva nascosta, dà un bacio alla moglie ed esce di corsa. Il compito della sua squadra era di prendere la prigione e di liberare i prigionieri esclusivamente politici. Cosa che hanno effettivamente fatto.
Una volta sicurizzato il posto partono verso la stazione ferroviaria ed arrivati al ponte degli Scalzi, dalla parte verso Piazzale Roma si acquattano dietro le colonne del ponte. Tutte le campane di Venezia si mettono a suonare e mio padre balza in piedi gridando "Liberi, siamo liberi". Un suo compagno lo tira giù e gli dice "Mona se mezogiorno". In quel momento è partito il colpo del cecchino che si trovava appostato sulla Chiesa degli Scalzi e, nel parapetto del ponte, ancora oggi c'è la tacca che ha fatto la pallottola.
Il giorno dopo si trattava di andare ad informare gli alleati che il terreno era libero e, visto che mio padre parlava quattro lingue, fu incaricato di andare loro incontro. Prese una bicicletta e si fece tutto il Ponte Littorio (oggi Ponte della Libertà). Parlò con il comandante, un americano molto diffidente, e questi gli rispose: "Monta sulla prima jeep, se il ponte è minato, salterai in aria assieme ai miei uomini". Per fortuna gli amici incaricati di deminarlo avevano fatto un buon lavoro.
Un altro tassello di storia,molto interessante,soprattutto per me che studio quel periodo da quando ero ragazzino(sai famiglia di militari,nonni e zii hanno combattuto in molti fronti)
RispondiEliminaHai avuto un padre coraggioso alla pari di tanti altri bravi giovani,e non ,dell'epoca.
Divertente il pezzo delle campane.....ben raccontato,mi sono immaginato la scena:-)
Ciao,buona domenica.
Grazie Franz. Hai perfettamente ragione in quel periodo della nostra storia ci sono stati molti coraggiosi, ma non solo da parte degli italiani. Guarda la battaglia di Cassino, c'erano truppe francesi, provenienti anche dal Marocco, che si sono fatte decimare. Mio suocero ha preso in quell'occasione la croce di guerra e, per fortuna, ne è venuto fuori. Buona serata domenicale.
RispondiEliminaTuo padre è stato un eroe. Mi auguro che la pace verrà installato in tutte le nazioni e tutto il mondo per vivere la vita in libertà
RispondiEliminaSpero che abbiate goduto di un grande giorno Domenica.
http://ventanadefoto.blogspot.com.es/
Grazie a nome di mio padre che è morto 25 anni fa. Mia madre, che vive a Venezia-Mestre, è ancora viva ed ha 97 anni. La domenica la ho trascorsa in casa facendo del bricolage. Tutto è andato bene. Un caro saluto.
EliminaQueste sono le storie che dovrebbero scrivere sui libri di scuola
RispondiEliminatuo padre va ricordato come un eroe puoi esserne fiero
ciao Elio buona settimana.
Grazie Tiziano, ma ce ne sono stati molti altri e la storia nei libri di scuola non può entrare in certi dettagli. Sono cose che però sono rimaste impresse nella mia memoria. Alla fine della prossima settimana, dove sai tu.
EliminaDagli uomini come tuo padre bisogna prendere esempio e proseguire sulla strada che loro in prima persona hanno segnato...valori che, purtroppo, sembra che non abbiano più significato!
RispondiEliminaSono d'accordo con te Sirio, oggi i giovzni, non tutti per fortuna, sono più portati verso il futuro e non si interessano affatto al passato considerandolo del vecchiume. Se solo immaginassero cosa hanno passato i nostri genitori nel periodo di guerra, rivedrebbero sicuramente il loro punto di vista. Buona serata domenicale.
EliminaHola Elio, preciosas todas las entradas en tu blog con fotos magnificas.
RispondiEliminaSiento no poder visitarte tanto como quisiera pero como sabes soy abuelo (nono) y mis nietos me roban todo el tiempo ya que soy yo quien los cuida cuando sus padres van a trabajar y como puedes imaginar me encanta cuidarlos y estar con ellos. Pero ya sabes que me encanta venir a verte y disfrutar de tus bonitos reportajes.
Un fuerte abrazo.
Josep; non preoccuparti, passa tutto il tempo che vuoi con i tuoi nipotini. Nel settembre prossimo, a Venezia, si sposa mio figlio, ma penso che aspetterà un po' prima di fare nonno anche me. L'importante è contattarci ogni tanto. Buona serata.
EliminaBello spaccato di vita. il racconto di una persona che ha fatto la storia, Molto bello!
RispondiEliminaCiao Susanna, Venezia in quei giorni era tutta una battaglia. I cecchini tedeschi sparavano dall'alto delle chiese e dei campanili e non so quante persone siano morte proprio all'ultimo momento. Vediamo, la prossima volta che sarò nella mia città, vedrò di fare una ricerca storica. Buona serata.
EliminaChe belle queste storie di un passato prossimo, per me sono ancora più affascinanti perchè tramandate oralmente. Raccòntane ancora!
RispondiEliminaCiao Dona, è vero che la storia in sé stessa è interessante, ma ho rischiato di restare orfano e mia madre attendeva mio fratello. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Un caro saluto.
EliminaBelle queste scene di vita vissuta e ben raccontate.
RispondiEliminaMi sono pentita molte volte di non essermi fatta raccontare cose del passato specialmente ora che i miei non ci sono più.
Il passato dovrebbe essere tramandato proprio in questa forma.
Adriana, ai miei tempi non c'era la televisione ed inoltre, in un grande appartamento vivevamo tutti assieme: i miei nonni, i miei genitori, mio fratello ed io e per finire mio zio con la moglie. Alla sera si mangiava tutti assieme ed è in quelle occasioni che noi "piccoli" sentivamo le storie familiari. Quando poi c'era festa grande e si aggiungevano altri parenti, immancabilmente il discorso cadeva sulla guerra, sui campi di concentramento (dove due zii catturati verso la fine, solo perché militari, avevano fatto un anno) e naturalmente sulla resistenza.
EliminaForse è dovuto a questo che io la TV non la guardo molto. Qualche telegiornale e basta. Sono d'accordo con te che il passato dovrebbe essere tramandato in questa forma piuttosto che con due righe nei libri di storia.
bellissimo post.
RispondiEliminaGrazie Anna, ma i tuoi non sono da meno. A presto.
EliminaStupendi questi 'documenti' di vita reale poco conosciuta dalla maggior parte delle persone.
RispondiEliminaBuona giornata
enrico
Chissà quante storie di gente comune ci saranno state alla fine della guerra. Mio padre, per esempio, non ha mai voluto accettare la medaglia per meriti di guerra perché l'aveva fatta solo per dovere. Forse è per il suo insegnamento che sono contro tutte le forme di violenza. Ciao Enrico.
EliminaQuesta è la vera storia, i generali intanto se la spassavano,poi si sono presi il merito, mah! la storia: una scritta sui libri, una vissuta,
RispondiEliminabuona settimana Gio
Certo Giò, anzi molti generali se la sono squagliata al sud, assieme al Re, per organizzare la difensiva, dicevano loro.
EliminaBuona settimana anche a te.
Ciao Elio, bella storia! Su quel periodo ne ho sentite molte anch'io, che anche se non ero ancora nato (lo feci solo nel '46), non sono più di "primo pelo". Storie simili, nelle sere d'inverno e senza Tv, i miei le raccontavano dopo cena a me e a mio fratello (al tempo dell'occupazione tedesca ancora adolescente).
RispondiEliminaFigurati che sotto casa mia (a Pistoia) c'era addirittura il comando dei crucchi! Avevano occupato la sede della Teti (la vecchia "Telefonica Tirrena", poi diventata Sip e in seguito Telecom, che stava nel piano sotto al nostro) perché considerata obiettivo altamente strategico. I miei a quel tempo erano sfollati in campagna e il babbo, tornato una sera di nascosto a casa con la bicicletta per prendere alcune cose, ci mancò poco che fosse catturato e spedito in Germania! Non ricordo più esattamente come fece a scappare, ma restò nascosto e al freddo per molte ore dentro a un fossato. Bicicletta compresa. Fu in seguito a questo fatto che decise di comprarsi la macchina...
Scusa se la butto sempre sul ridere, ma sono fatto così. Però, fino alla "bicicletta compresa", è tutto vero.
Un caro saluto, Francesco
Perché dovrei scusarti. Cosa c'è di male a prendere le cose dal lato scherzoso. Mio padre, quando raccontava la storia che ho descritto, lo faceva sempre su un tono assolutamente non drammatico.
EliminaUn caro saluto anche a te.
Ciao Elio, bellissimo racconto, abbiamo tanto bisogno di ascoltare storie così per conservare la memoria di quei tempi veramente difficili!
RispondiEliminaBuona giornata!
Grazie Sciarada, il prblema è che il tempo passa e questi ricordi si perdono. Per esempio noto che in Europa si ricomincia ad avere voglia di votare per l'estrema destra. Staremo a vedere.
EliminaAnzitutto esprimo la mia ammirazione per la figura di tuo padre. Aggiungo, poi, che una pagina di storia della Liberazione come questa merita, invero, la più ampia divulgazione.
RispondiEliminaGrazie per le tue parole Adriano, mio padre ne sarebbe stato contento. Purtroppo è morto molto tempo fa, mentre mia madre vive ancora a Mestre ed ha 97 anni. La stessa età che avrebbe mio padre perché erano entrambi del '16. Un caro saluto.
Eliminaneh... questa è Storia con la S maiuscola !!!!
RispondiEliminaGrazie, anche per te vale quanto detto ad Adriano. Ciao.
EliminaPasso ad augurarti una serena giornata; saluti a presto.
RispondiEliminaGrazie Cavaliere spero amtrettanto per te. Alla prossima.
Eliminace l'ho fatta Elio ad inserire il tuo premio. grazieeeeeeeeeeeeee
RispondiEliminaBrava Carla e ti confermo che il premio è ben meritato. Buonanotte.
EliminaInteressante Elio. Mi piacciono molto queste storie vere , tramandate attraverso i racconti. Anche mio nonno me ne raccontava molte... come quando parlava con gli alleati poichè era l'unico a conoscere l'inglese ... e come quando , quasi sotto i suoi occhi fu trucidato un gruppo di persone, tra cui donne e bambini, dai tedeschi dopo l'avvento di Badoglio... furono scoperti per il pianto di un bambino che aveva sete .... quante ne hanno passate i nostri padri ... per questo dobbiamo vigilare e non farle accadere mai più. La guerra porta solo miseria e morte.
RispondiEliminaVenezia si liberò da sola, come Napoli con le quattro giornate ...
Bel post, GRAZIE ...:-)
Ciao Miryam, episodi di questo tipo sono successi in tutta Italia, ed i veri eroi sono quelli che hanno fatto il loro dovere senza poi chiedere medaglie o contropartite. La cosa triste è che alla fine della guerra si era detto "mai più" ed in realtà non c'è poi stato un solo giorno di pace nel mondo. Finiva una guerra da una parte e ne scopiava un'altra in un'altro posto, oppure ribellioni soffocate nel sangue (vedi la Siria oggi, per esempio). Se poi a questi fatti si aggiungono le calamità naturali e la calamità della disoccupazione, che avvenire avranno i nostri figli? Io sono un ottimista per natura e spero che tutto si sistemi. Vedremo se il tempo mi darà ragione. A presto.
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