AVVISO AI MIEI VISITATORI


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
QUESTO BLOG NON E' CREATO A SCOPO DI LUCRO
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
PRECISO INOLTRE CHE CONTATTERO' SOLO VIA BLOG NON DESIDERANDO UTILIZZARE FACEBOOK O TWITTER
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 20 luglio 2017

57° DOGE - GIOVANNI DOLFIN (1356 - 1361)

Ci fu un po' d'incertezza all'elezione di questo doge in quanto orbo di un occhio e assediato a Treviso dalle truppe degli Ungheresi. Dopo due giorni di discussione, il 13 agosto 1356 ottenne il minimo dei voti, cioé 25.
Alla notizia della sua nomina non attese la decisione degli Ungheresi di lasciarlo passare. Con una benda nera sull'occhio menomato, alla testa di cento cavalieri  e duecento fanti, uscì da Treviso a briglia sciolta, aprendosi un varco tra i nemici con l'insegna di San Marco spiegata. Dimostrò in questo modo di avere coraggio da vendere. Fu accolto a Mestre dal podestà e dodici ambasciatori con i quali raggiunse Venezia il 25 agosto.
Non era comunque solo un uomo d'armi. Giureconsulto e diplomatico oltre che Procuratore con una famiglia derivante da quella dei Gradenigo da cui si era separato assumendo il cognome di Dolfin per "Delfino" a ricordo dell'abilità dimostrata dal suo capostipite nel nuoto (secondo una leggenda).
Non possedeva denaro liquido ma, in compenso, poteva contare su diversi beni immobili. Possedeva case ai Ss Apostoli, a San Giacomo dell'Orio, a San Canciano. Fuori Venezia aveva proprietà in Istria e la moglie era Caterina Giustinian che divenne quindi dogaressa e gli diede in tutto otto discendenti. Per la dote di tre figlie da marito dovette chiedere un prestito al Senato.
Nonostante il suo valore militare, Venezia non riuscì a reggere lo scontro con la lega che gli Ungheresi avevano organizzato contro di lei con azioni nell'entroterra ed in Dalmazia. Malgrado la resistenza furono perse Treviso, Conegliano, Serravalle ed Asolo anche a causa del passaggio di alcuni castellani della Marca nelle file nemiche. La Dalmazia, in piena rivolta, era irrecuperabile e Venezia non contava più a Zara, Traù, Sebenico e Spalato.
La sconfitta definitiva fu a Nervesa, per cui nel febbraio del 1358 la Repubblica dovette accettare, nella pace di Zara, la resa incondizionata di tutta la costa dal Quarnaro a Durazzo mentre il doge rinunciava al titolo di "duca di Dalmazia e Croazia" conservando il titolo di "Dux Venetianorum et coetera", cessione mortificante, dolorosa ed intollerabile secondo la sentenza del Senato. Malgrado ciò Venezia conservava il diritto di dominio sul Golfo, non essendo l'Ungheria uno stato marittimo.
Diverso era il discorso da fare con Francesco da Carrara che riuscì a sganciarsi dagli obblighi tra Padova e Venezia che, nella pace firmata nel giugno dello stesso anno, dovette concedere la libertà di creare dei mulini sulla Brenta e di impiantare delle saline. Andò male anche con l'imperatore Carlo IV. Dei tre ambasciatori inviati, due furono richiamati, visto che le trattative andavano per le  lunghe, ma furono imprigionati prima di partire. Venti mesi per poterli liberare e, visto che anche il terzo non era riuscito a combinare qualche cosa, fu un vero affronto per Venezia.
Tutta questa situazione militare finì per influire su quella finanziaria visto che anche il Papa Innocenzo VI, nel 1359, aveva promulgato il divieto di commercializzare con gli Egiziani. Lo revocò solo dopo un anno e mezzo. Per controbattere questi problemi si pensò a creare una banca comunale vero e prorpio strumento di monopolio nell'esercizio bancario.
Iniziò comunque per la Repubblica un lungo periodo di crisi economica alla quale contribuì, al contrario delle speranze, l'accentramento dei movimenti finanziari. La crisi terminerà solo con il crollo di Genova e nel frattempo Venezia seppe comunque reagire con equa e giusta partecipazione delle energie.
Malgrado queste difficoltà, quando Giovanni Dolfin morì fu sepolto con tutti gli onori. Il suo corpo, dotato di speroni d'oro, dello stocco e dello scudo, fu esposto nella sala dei Signori di Notte e la sua arca marmorea (molto costosa) fu installata nella chiesa dei Ss Giovanni e Paolo. Solo che, a causa dei vari debiti contratti, si dovette vendere l'argenteria gli arredi ducali e perfino i suoi vestiti e quelli della moglie.

MODI DI DIRE

Tirar na gamèla
(Tirare un potentissimo Pugno)

La "gamèla" è un recipiente di metallo per il rancio militare. Il nome driva dal latin camella.

10 commenti:

  1. Caro Elio, seguendo te impariamo un po i detti veneziani,bravo continua.
    Ciao e buona giornata, oggi fa un po fresco, un abbraccio forte con un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tomaso, grazie della visita e ricambio l'abbraccio ed il sorriso. Buon fine settimana.

      Elimina
  2. Ciao Elio ...sempre molto interessanti le cronache sui Dogi di Venezia ...ti ringrazio molto per essere passato nel mio blog...mi ha fatto molto molto piacere ...mi piacciono sempre anche i tuoi modi di dire veneziani ...un caro abbraccio...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Almeno due incoraggiamenti per continuare. Non è male. Grazie Bianca per la visita ed alla prossima.

      Elimina
    2. Histórias da História da tua Veneza. Muito interessante e valoroso. Aprender contigo o que não sabia e agora vou descobrindo.
      Bom Patriota.
      Parabéns, Élio.


      Abraço
      SOL

      Elimina
    3. Grazie SOl per l'apprezzazione e per il "patriota". Cercherò di essere più presente da te. Un amichevole abbraccio.

      Elimina
  3. Uma rica pesquisa e muito muito interessante, obrigada pela partilha.
    "Gamela" aqui são peças entalhadas na madeira geralmente por nossos índios, essas peças servem como decoração ou para uso na cozinha como fruteira por exemplo, eu amo te-las em casa, fico muito triste porque as vezes são usadas madeiras em extinção tipo o pau brasil , arvore da qual foi dado o nome do nosso país.

    desejo-lhe uma linda semana
    beijos
    Joelma

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Joelma, effettivamente "Gamela" non è la stessa cosa nel senso del modo di dire Veneziano ma, se vediamo "gamella" (per il rancio dei soldati), ci avviciniamo molto anche se da quello che capisco sono piuttosto delle coppe da mettere in tavola, o come decorazione, con della frutta o altro. Grazie per la visita ed anche a voi tutti una bellissima settimana.

      Elimina