lunedì 6 maggio 2013

MODO DI DIRE

A questo modo di dire veneto, sono costretto a dedicare un intero post. Questo perché la spiegazione è piuttosto lunga e quindi non la vedo, personalmente, dopo una serie di foto.
Spero che alla fine della lettura sarete d'accordo con me.
 
Venessiani gran signori, Padovani gran dotori, Vicentini magnagati, Veronesi tuti mati
 
Ritenendo inutile la traduzione passo direttamente a spiegare il motivo di queste definizioni:
 
1 - Veneziani gran signori : definiti così in quanto originari della "Signoria" ed anche per la magnificenza dei vari palazzi.
 
2 - Padovani gran dotori : essendo Padova sede della celeberrima Universa Universis Patavina Libertas (fondata nel 1222 da un gruppo di studenti ed insegnanti provenienti da Bologna.
 
3 - Vicentini magnagati : si riferisce ad un fatto accaduto nel 1700. La città di Vicenza fu invasa da una moltitudine di topi e gli abitanti si rivolsero quindi a Venezia che promise un centinaio di gatti, che, a sua volta, aveva importato dall'Oriente.
Quando gli incaricati al prelevamento arrivarono nella città dissero: "Sémo queli che se vegnii pai gati" (Siamo quelli venuti per i gatti) ed i veneziani, di rimando: "Ben, fermeve intanto a magnar un bocon che i gati se quasi pronti" (Va bene, fermatevi intanto a mangiare un boccone che i gatti sono quasi pronti).
Con l'intenzione di fare una burla, servirono loro un "conicio in tecia" (coniglio in tegame), ma la leggenda dice che avessero cucinato dei gatti. I vicentini gradirono ed una volta svelato il fatto, non se la presero a male e ripartirono per Vicenza dove liberarono  i gatti che sconfissero in breve tempo l'orda dei topi. Solo alla fine rivelarono quello che era successo a Venezia e sembra che a causa della carestia di quel momento i vicentini si siano messi a mangiare le povere bestie.
Lascio all'autore la veridicità di questo fatto, anche perché, a me, amante dei gatti fa venire la pelle d'oca.
 
4 - Veronesi tuti mati : Si dice così in riferimento al comportamento degli abitanti di Verona durante la festa del "Papà  del gnoco", a metà carnevale. Tra le bizzarrie  si contavano varie manifestazioni. Una sfilata di animali vari sellati o vestiti in vari modi (maiali, oche, asini, galline ecc.). I cuochi addetti alla cottura dei gnocchi erano curiosamente vestiti ed in una elezione popolare veniva nominato "El Papà del gnoco", il tutto tra smorfie e scherzi inventati al momento. Questa tradizione si è svolta quest'anno in gennaio, il giorno di venerdì grasso.
 
Altra curiosità
 
Padova è la città dei tre "senza"

Un prato senza erba (Prato della Valle), un Santo senza nome (non si dice "andiamo a Sant'Antonio", ma "Andiamo al Santo") ed un caffé senza porte (il Caffé Pedrocchi che restava aperto giorno e notte di continuo e quindi le porte non si fermavano mai. Con i tempi che corrono credo che questa usanza sia stata abbandonata).
 
Se ne potrebbe aggiungere un quarto : un toro senza corna (il "bucranio" che è il logo dell'Università patavina).

EL PAPA' DEL GNOCO (VERONA)
(foto ripresa da Internet)
 
 
 

26 commenti:

  1. Ciao Elio. Questi detti li conosco tutti perchè mio marito xe de Padoa.
    Buona notte!
    Erika

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Erika, allora potrei anche scriverti in dialetto, visto che i due non differiscono molto. Noto anche con piacere che usi la "x" al posto della "s" su "xe", quando oggi molti la scivono con la esse e al posto di Venexia, scrivono Venessia, dimenticando che in Veneziano le doppie non esistono. Buona settimana a te ed a tuo marito "Gran dotor".

      Elimina
  2. I detti li conoscevo le spiegazioni molto meno e sono simpatiche.
    Ciao buona giornata
    enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' più per questo che ho fatto il post, perché molti, chi più e chi meno, conoscono il detto in sè stesso. Sono contento che ti sia piaciuto.

      Elimina
  3. Ola caro Elio,muito interessantes teus relatos e o "banner" de entrada esta maravilhoso.Desejando uma ótima semana deixo aqui meu grande abraço.SU

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Suzane, grazie per la visita e per i complimenti. Avrai sicuramente notato che il mio banner si riferisce ad uno dei molti apparati per gondola. Ricambio l'abbraccio e vi invio un caro saluto da parte di mia moglie.

      Elimina
  4. ciao Elio, grazie molto interessante questo post, non sapevo queste notizie, mi dispiace per i poveri malcapitati gatti, non ci devo pensare, ciao buona giornata rosa a presto.))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. SAi Rosa, c'è una versione della leggenda che, come variante, dice che in realtà i Veneziani avevano cucinato del coniglio e, solo per scherzare, avevano detto che si trattava di gatti. Ma questo non cambia nulla alla fine della storia. Buona settimana.

      Elimina
  5. Mi hai fatto ritornare con la memoria ad allegri scherzi di famiglia con parenti acquisiti, allorquando si era tutti più giovani ed anche più vicini geograficamente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono contento che il post ti abbia fatto venire in mente cose lontane e piacevoli. A presto.

      Elimina
  6. Ma che divertenti questi detti. In realtà li conoscevo, ma non avevo mai saputo nulla della loro origine e del motivo per cui erano stati creati. Interessante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Ambra, molte volte, effettivamente, si ripetono questi detti perché tramandati da familiari o da amici, cosa che facevo anch'io sino a che non l'ho letto sul libro che cito in testata. E' allora che ho deciso di farne un post. Buona settimana.

      Elimina
  7. Risposte
    1. Grazie Fabrizia, appena posso ripasso, ma, se puoi, inserisci anche qualche vestito per signora sessantenne, abbastanza giovanile, ma non troppo. Si tratta di mia moglie. Buona serata.

      Elimina
  8. Molto simpatico il post, con le spiegazioni che sono dei piccoli episodi in sè per sè... !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Nella, contento che ti sia piaciuto. Un amichevole abbraccio.

      Elimina
  9. Coucou cher Elio! Ce sont des explications très intéressantes.
    A bientôt

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bonjour Elisabete. Merci et à bientôt, à mon tour.

      Elimina
  10. Straordinarie curiosità, Elio.

    Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Gianna, ma le tue non sono da meno. Un amichevole abbraccio.

      Elimina
  11. Ti ringrazio per le molto interessanti spiegazioni, ho imparato molte cose. Ti propongo dunque di continuare dandoti qui sotto una versione più lunga del "modo di dire" che hai sviluppato :o)

    Veneziani gran signori,
    Padovani gran dotori,
    Visentini magna gati,
    Veronesi tuti mati,
    Udinesi castelani col cognome de Furlani,
    Trevisani pan e tripe,
    Rovigoti baco e pipe,
    i Cremaschi fa cojoni,
    i Bressan tajacantoni,
    ghe n'è anca de pì tristi: Bergamaschi brusa cristi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Preso nota Aldo. Farò delle ricerche ed appena so qualcosa, farò un altro post. Grazie per il completamento, che sinceramente non conoscevo.
      Alla prossima.

      Elimina
  12. quante cose si scoprono su voi veneti :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Federica, se leggi quello che scrive Aldo, vedrai che non si tratta solo di Veneti, ma come ho detto a lui non conoscevo il seguito. In ogni caso, se non erro, si tratta sempre di città che facevano parte della Repubblica Veneta. Buona serata.

      Elimina