AVVISO AI MIEI VISITATORI


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
QUESTO BLOG NON E' CREATO A SCOPO DI LUCRO
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
PRECISO INOLTRE CHE CONTATTERO' SOLO VIA BLOG NON DESIDERANDO UTILIZZARE FACEBOOK O TWITTER
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

I MIEI AMICI LETTORI

venerdì 5 gennaio 2018

62° DOGE - ANTONIO VENIER (1382 - 1400)



La nomina del Venier, il 21 ottobre 1382, fu il risultato di un compromesso essendo il titolo conteso tra quattro pretendenti : Giovanni Gradenigo, Alvise Loredan, Carlo Zen e Leonardo Dandolo, tutti altamente titolati ma in troppi per ottenere il quorum.
Il Dandolo, per rabbia, propose il Venier. Ma Antoniazzo, come chiamato dagli amici, non era nessuno e faceva parte di una delle famiglie "nuove". Non era un grande oratore e non era tagliato per la diplomazia. Quindi niente cariche onorifiche  né nomina ad ambasciatore. Solo una carriera militare dove riuscì abbastanza bene. Si trovava a Creta quando gli giunse l'annuncio della nomina a doge da parte dell'armatore Giovanni Trapello. S'imbarcò subito su una galea con la scorta di altre due galee dove si trovavano dei gentiluomini cretesi ed il Capitano del Golfo. Arrivato in Istria trovò dodici patrizi che lo attendevano e poi al Lido fu accolto da alcuni consiglieri che con il Bucintoro lo portarono a Venezia alle ore 21 del 13 gennaio 1383. Secondo le cronache dell'epoca, la sua elezione fu festeggiata per un intero anno.
Vista la sua posizione sociale era ben visto sia dalle classi medie che dal popolo e quindi erano grandi feste malgrado Venezia uscisse da un'ennesima pestilenza che non fu l'ultima visto che la peste ricomparve nel 1393 e nel 1395. Nel 1396, un'enorme acqua alta colpì la città con moltissimi danni ma Antoniazzo ed i veneziani riuscirono a superare queste calamità.
Il doge, in mezzo a tante sventure, riuscì a ricostruire Chioggia e completare il lastricato in mattoni di Piazza San Marco.
Fu inoltre inflessibile anche contro il figlio Alvise che ne combinava di tutti i colori. Conquistava le donne e poi sbeffeggiava i mariti attaccando delle corna alla porta dei vari palazzi, aiutato da un amico, Marco Loredan. Pensavano di essere protetti dal doge ma furono condannati a due mesi di carcere nei Pozzi, a 10 anni di bando da Venezia ed a cento lire di ammenda. Il padre non mosse un dito per far rendere più clemente la pena. Nei Pozzi, Alvise cadde ammalato e, nonostante l'interevento dei famigliari e degli stessi giudici, lo lasciò morire quale esempio di giustizia per tutti, malgrado il dolore che ne risentiva.
Durante il suo dogado Venezia visse dei momenti importanti che portarono all'accrescimento dei domini nel Levante; il recupero di Corfù e la sconfitta dei Turchi che dovettero ritirarsi sulle montagne dopo un patto di non aggressione nel 1399.
Nell'entroterra scoppia la guerra tra Francesco da Carrara e Giangaleazzo Visconti il quale, dopo un accordo di collaborazione, tradisce e conquista molte città del Carrarese ed del Veneto facendo prigioniero anche Francesco ed il figlio. Il padre muore in prigione ed il figlio, Francesco Novello, riesce a fuggire in maniera rocambolesca. Rientra ed ottiene, implorando il doge, la signoria di Padova oltre all'iscrizione del casato veronese al patriziato veneto.
Il doge però è ormai l'ombra di sè stesso, logorato dentro dal rimorso per la fine del figlio Alvise, brancola nel vuoto di sentimenti perduti, accetta con piacere di assumere la tutela del minorenne Nicolò d'Este, figlio naturale di Alberto (signore di Ferrara) contro il fratello legittimo, Azzo, che viene confinato a Candia. Dietro tutto questo c'è naturalmente del commercio. La Repubblica presta al figlioccio 50.000 ducati ricevendo in pegno il Polesine con Rovigo e si allarga così l'entroterra Veneziano verso il sud.
Antoniazzo dispone infine nel testamento che i benefici di Alvise passino al di lui figlio Priamo cercando di mettere in pace la coscienza prima di morire il 23 novembre 1400. Viene sepolto, con funerali solenni, nella chiesadei  Ss Giovanni e Paolo.

MODI DI DIRE

Quanto da fare che ci'ò che no vien mai note
(ritengo inutile la traduzione)

Frase autocommemorativa ma più spesso ironica nei confronti di chi sembra, ma solo sembra, essere sempre in gran dafar da no aver gnanca el tempo da tirar el fià (In gran daffare da non avere neanche il tempo di tirare il fiato).

PS - Per chi non lo sapesse i "Pozzi" sono le celle alla base delle prigioni collegate al palazzo ducale. Venivano spesso invase dall'acqua alta e molto frequentate dalle pantegane (ratti d'acqua). Sul tetto della prigione ci sono invece i famosi "Piombi".

10 commenti:

  1. Caro Elio, sono passato per un mio saluto.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Tomaso per la tua continua presenza. Ho un periodo di impegni (malgrado la pensione) e vengo a trovarti al più presto. Ricambio l'abbraccio ed il sorriso.

      Elimina
  2. je suis passée pour te souhaiter un bon week end. J'espère que tu vas bien.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tout va bien Elisabete. Je suis un peu débordé pour une série de Assemblées Générales de différentes association dans lesquelles je suis trésorier et j'envisage de commencer à donner quelques démissions. Bises.

      Elimina
  3. Sempre interessante leggerti. Permettimi un piccolo off topic per farti però anche di cuore i più sentiti auguri di buon anno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Daniele. Ricambio con piacere i tuoi auguri e mi scuso per essere stato un po' assente. Come ho detto a Elisabete, appena avrò dato qualche dimissione avrò un po' più di tempo per commentare nei deifferenti blog. Un amichevole abbraccio.

      Elimina
  4. Ciao Elio , io un blog non l'ho così risparmi il commento .(Mai io ti seguo
    ugualmente). Non ho capito bene ,ma Alvise era sposato e aveva un figlio ?
    Oppure era un figlio naturale ? Certo che Antonazzo ha avuto un bel coraggio
    lasciar morire il figlio !!! Castigarlo è giusto ma lasciarlo morire....
    Così ha sofferto tutta la vita x il rimorso . Guten Abend Laura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alvise non era sposato e quindi aveva un figlio naturale. Sono a letto con un enorme raffreddore e quindi ho tardato a risponderti. Speriamo passi presto. Buon proseguimento di settimana.

      Elimina
  5. Olá meu querido,
    Pesquisa preciosa, muito interessante e gosto muito da parte do post onde "maneira de dizer".
    abraços
    Joelma

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Joelma, che piacere leggere il tuo apprezzamento per i modi di dire perché non molti lo fanno. Grazie di cuore e buon proseguimento di settimana.

      Elimina