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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 29 giugno 2017

56° DOGE - GIOVANNI GRADENIGO (1355 - 1356)


Mentre il Consiglio de Dieci era ancora al lavoro nel processo dei congiurati al seguito di Marino Falier , ci si affrettò ad eleggere il nuovo doge. Il Maggior Consiglio nella sola giornata del 21 aprile 1355 nominò Giovanni Gradenigo.
Figlio di Marino, fratello del doge Pietro, e di una Dandolo, figlia del doge Giovanni, era stato podestà a Capodistria, Padova e Treviso oltre che valido procuratore distinguendosi nella repressione della congiura Falier. Aveva sposato una Borromeo e, rimasto vedovo, una certa Felipa di ignoto casato che fu quindi dogaressa.
Era un tipo burbero, un po' antipatico, con un naso enorme per cui il popolo lo ribattezzò "Nasone", ma era anche molto alto e per questo detto anche Giovanni il "grande", senza sottintesi per esaltare la sua persona ma con il solo riferimento alla statura.
Non era un vanaglorioso e, con uno spiccato senso della giustizia, vedeva solo e prima di ogni altra cosa la Repubblica. Il suo fu un breve e poco consistente dogado.
Mentre il Consiglio dei Dieci emanava le sue sentenze contro i restanti 41 congiurati del 16 aprile (tre condanne di carcere a vita, una alla detenzione per un anno, un confino a Creta, cinque messe al bando in contumacia e trentuno graziati ma con severa ammonizione), Giovanni Gradenigo istruiva un processo per imperizia e codardia contro Nicolò Pisani per la disfatta di Portolongo.
Il primo giugno concludeva la pace con Genova con umilianti condizioni per Venezia e con un indenizzo per danni di guerra di 200.000 ducati, cosa che avrebbe portato strascichi a non finire con ripercussioni su tutta l'economia veneziana.
Un anno dopo, la situazione in Adriatico torna ad essere torbida; si risveglia il re Ludovico d'Ungheria, che preme sulla Dalmazia; si uniscono a lui il conte di Gorizia ed il solito patriarca di Aquileia, ma questa volta fanno parte della lega anche il signore di Padova ed il duca d'Austria. Il primo, nella persona di Francesco da Carrara, ne ha abbastanza di essere una sorta di feudatario di Venezia ed intende scrollarsi di dosso tutti gli onerosi obblighi ai quali è sottoposto mentre il duca d'Austria inizia una continua azione di disturbo, sempre più consistente, per togliere Trieste alla Serenissima.
Venezia è impreparata a questa guerra che la colpisce subito nell'entroterra. Treviso viene assediata dagli Ungheresi e la difende come può il provveditore in campo Giovanni Dolfin. Il doge Giovanni Gradenigo  non ha tempo per preparare un'efficace organizzazione militare perché muore l'8 agosto 1356. La sua tomba si trovava nella sala del Capitolo dei Frari, ma è andata distrutta.

MODI DI DIRE

Chi mor el mondo lasa e chi resta se la spasa
(Chi muore il mondo lascia e chi vive se la spassa)

Piccolo saggio di filosofia spicciola.

10 commenti:

  1. Cara Elio, se non sbaglio, po ho detto ancora, che sei una grande enciclopedia dei Doge.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Tomaso, ho la fortuna di avere un buon libro comprato molti anni fa tanto è vero che è scritto in un italiano che devo rimettere al gusto d'oggigiorno. Ricambio l'abbraccio ed il sorriso.

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  2. Elio non sai quanto mi piace leggere queste tue storie venete.
    in un altra vita, quando avevo una mia azienda a Spinea, mi piaceva fermarmi a Venezia, andavo al Danieli, sulla riva degli Schiavoni, il palazzo era maestoso e la sera mi piaceva attardarmi al bar, solo solo per guardare l'enorme camino, stare con la testa all'in su e vedere scendera dallo scalone le signore abbigliate per andare al casinò.
    Hai qualche storia sul doge Danieli o sul palazzo?
    Un abbraccio
    La streghetta

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    1. Gingi questa proprio non la sapevo che hai vissuto a Spinea ma, in ogni caso, potremmo trovarci al bar del Danieli a metà settembre quando sarò a Venezia. Accompagno degli amici che mi hanno aiutato quando mi sono rotto la spalla e farò da guida. Io sto pubblicando sui dogi secondo la loro elezione ma non mi risulta ci sia mai stato un doge Danieli. In compenso nell'hotel c'è una suite intestata al doge Dandolo. Ti riferisci forse a questo? Ricambio l'abbraccio cara streghetta.

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  3. Sempre interessanti questi tuoi post. Ah, bei tempi quelli in cui Genova era davvero "La Superba" sic :-)))

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    1. Ed anche quando Venezia era la regina dell'Adriatico (re-sic). A settembre dovrei essere lì e spero di poter contattare il presidente di "No grandi navi" per sapere come andrà a finire dopo che circa il 98% dei veneziani, partecipanti all'inchiesta, hanno espresso il loro parere contro l'ingresso delle navi da crociera. E' vero che i votanti non erano tutti i circa 60.000 abitanti ma spero che il comune ne tenga conto ugualmente. A presto.

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  4. Un triste destino poco tempo per essere doge, il detto è il più simpatico che io conosco in dialetto veneto

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    1. E' lo stesso destino di qualche nostro presidente del consiglio (ha, ha , ha). Per qunto riguarda i detti ne ho molti a disposizione ma cerco di non pubblicare i più spinti (eufemismo). Ciao ed a presto.

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  5. Questo Doge , dalla narrazione , sembra un po insipido . Non ha fatto
    granchè , forse perchè è stato Doge poco tempo . Ironia della sorte ,
    neanche la sua tomba esiste più...
    Simpatico il detto .Dovresti fare un post di tutti quelli che sai .
    Buona notte a tutta la famiglia , compresi i gatti . Abbraccio Laura

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    1. Ciao Laura, non tutti i dogi hanno avuto una vita movimentata ma, aspetta, dobbiamo arrivare al 120° prima di fare una graduatoria.
      Se dovessi fare un post di tutti i detti veneziani, compresi quelli un po' spinti, mi ci vorrebbe non so quanto tempo per compilarlo. E' per questo che ho deciso di farne uno solo assieme alla storia dei dogi. Ricambiamo l'abbraccio ed i gatti ti inviano un'amichevole zampata.

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