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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 9 giugno 2016

43° DOGE - JACOPO TIEPOLO (1229 - 1249)


Nel febbraio 1229 ci fu un lungo conclave per la nomina del successore perché i Quaranta erano divisi in parti uguali su due candidati. Venti per Jacopo Tiepolo e venti per Marino Dandolo. Quindi il doge fu eletto con una estrazione a sorte e la vittoria venne quindi attribuita al Tiepolo.
Quest'ultimo dopo essere stato duca di Candia e per due volte podestà a Costantinopoli, una volta eletto, volle fare visita a Pietro Ziani, suo predecessore. Sembra, ma la cosa non è certa, che qest'ultimo non abbia voluto riceverlo non ritenendolo degno di essere eletto in uno strano modo. Quello che è certo è che tra i Tiepolo ed i Dandolo non correva buon sangue.
Jacopo era nato nella contrada S. Agostino e la sua casata faceva parte delle "apostoliche" e veniva soprannominato "Scopulo" dal nome di un'isola che gli apparteneva. Ebbe due mogli, entrambe dogaresse : la prima si chiamava Maria Storlado e l'altra, sposata nel 1242, Valdrada, sorella di Costanza, moglie di Pietro Ziani. Qindi i due amici/nemici erano anche cognati. L'unica figlia, Maria, andò sposa ad un Gradenigo ed i quattro maschi (Pietro, Lorenzo, Giovanni ed Andrea) raggiunsero tutti cariche di prestigio alla faccia del giuramento della "Promissione ducale". Giovanni lo avrebbe anche sostituito nel dogado mentre il padre era impegnato in guerra e Lorenzo divenne in seguito doge anche lui.
Jacopo ebbe comunque un periodo tormentato a causa della questione d'Oriente sulla quale era un esperto e quindi intendeva concentrarvi tutti i suoi sforzi.
Alla sua elezione c'era già in atto una rivolta a Creta ed i greci, comandati da Giovanni Vatace, avevano approfittato per prendersi Retinio, Millopotano e Castenuovo. Jacopo, astutamente, prima di prendere le armi volle assicurarsi il dominio sull'entroterra per non trovarsi preso alle spalle. Quindi, intorno al 1230, venne ospitato, in grande pompa, Federico II, alloggiato nel Palazzo Ducale ed accompagnato a visitare la città per più giorni. Naturalmente ad Jacopo furono rinnovati tutti i privilegi e così tra il 1233 ed il 1234 si dedicò al recupero delle proprie fortezze a Candia fissando precisi accordi con gli "arconti" cretesi.
Ma, successivamente, Jacopo Tiepolo ricominciò a non avere pace su vari fronti. Nell'entroterra veneto cresceva la potenza di Ezzelino da Romano che offriva a Federico II le sue armate conquistando Vicenza e Verona e presentandosi minaccioso davanti Treviso difesa da Pietro, figlio di Jacopo. L'imperatore, sfruttando il momento favorevole, vinse a Cortenuova, nel 1237, la rinnovata lega lombarda. Pietro fu fatto prigioniero e mandato a morte.
Venezia non poteva certo stare a guardare un entroterra ghibellino e sopportare anche la rivolta delle città dell'Istria (istigate dal re Bela IV d'Ungheria), Ancona in diretto contatto con Giovanni Vatace che teneva sotto assedio Costantinopoli e la morte di Pietro. Quindi Jacopo cominciò ad intervenire nell'Adriatico aiutato dai figli e riuscì a sconfiggere Ancona bruciando inoltra tutta la flotta anconetana, Pola e Zara furoni di nuovo sottomesse e Ferrara, punto nevralgico, fu costretta ad impegnarsi di ricevere solo merci di provenienza veneziana. A causa della morte del figlio, Jacopo si alleò con la lega lombarda in una nuova guerra ad oltranza contro i ghibellini e i loro alleati. Riuscì a smantellare molti capisaldi filosvevi ed arrivò a concludere un trattato con lo stesso Bela IV.
Dopo la morte di Gregorio IX si ridusse l'attrito tra l'imperatore e Venezia che si disinteressò dei conflitti tra Federico II ed il nuovo Papa Innocenzo IV pur inviando alcuni ambasciatori al concilio di Lione. Dopo la scomunica dell'imperatore e l'ordine di disobbedienza ai suoi sudditi, Federico II restò offeso del comportamento dei veneziani rinfacciando al Comune lagunare l'ingratitudine di fronte ai molti benefici concessi e rispettati.
Venezia però non aveva più nulla da temere da lui che vagava in una Italia più guelfa che ghibellina, tra dei comuni in continuo fermento e potendo contare solo su Ezzelino da Romano e il di lui figlio, Enzo. La fascia lagunare restava fuori dai suoi interessi occupandosi di più di Parma e Cremona. Inoltre la Sicilia lo richiamava, agitata da sommosse e congiure.
Jacopo, nel frattempo, si occupò anche dell'assetto giuridico del Comune crendo una nuova assemblea, Il "Consiglio dei Pregadi" o Rogati che costituiva il primo nucleo del Senato. Fu elaborato un Capitulare navium, che conteneva le leggi di diritto marittimo fino ad allora elaborate e venne infine resa più rigida la Promissione ducale per evitare scappatoie nepotistiche. Fu previsto un giuramento anche per la dogaressa il quale limitava i doni ai quali ella poteva accedere limitandoli a "fiori e profumi". A maggior garanzia venne istituito un consiglio di "correttori" della Promissione ducale con il compito di aggiornarne l'impostazione eliminando ogni scappatoia interpretativa.
Torniamo al Levante. Sistemata la situazione a Candia, la posizione dell'impero latino d'Oriente restava in bilico e quindi poca sicurezza per il predominio mercantile veneziano. Anche senza mutamenti sostanziali, restava sempre il pericolo di Genova, ma Jacopo rinviò il problema al suo successore.
Abdicò il 2 od il 20 maggio 1249, ritirandosi nella sua casa di S.Agostino dove morì il 19 luglio dello stesso anno. Fu sepolto in un'arca di marmo, fatta costruire da lui stesso, che si trova nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo, nell'area donata da lui stesso ai Domenicani, dopo approvazione dell'assemblea popolare.



MODI DI DIRE

No romper i totani
(traduzione inutile)

Sta per non seccare, non rompere le scatole (eufemismo)

Il totano è un mollusco cefalopodo stanziale della laguna veneziana. Il suo cervello è duro come un sasso e da qui esce quindi anche :
Ti ga un cervélo da totano
(Hai il cervello di un totano)

9 commenti:

  1. Grazie per questa nuova pagina di storia di Venezia, fatta di intrighi , guerre, alleanze, come nei grandi film di una volta.

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    1. Certo che se si dovesse prendere la storia di Venezia per fare dei film ne avremmo per molti anni. Ciao Costantino e buon fine settimana.

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  2. Molto interessante questo post!Saluti ed ogni bene...

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  3. Ciaooo..instancabile promotore di valide informazioni. BUona estate

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    1. Carla è un piacere ricevere la tua visita. Vengo a trovarti al più presto. Buon WE.

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  4. i totani, le scatole i coxxioni tutto il mondo è paese e significato univoco. Buon fine settimana

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    1. Sono d'accordo con te Enio, ma ho cercato di non andare oltre nella descrizione del modo di dire. Buon fine settimana anche a te.

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  5. Interessante anche questo pezzo di storia sui Dogi , ma quanti intrighi ,
    fatti e misfatti . Sempre in guerra x accaparrarsi terre e possedimenti .
    Allora come oggi , chi ha tanto vuole sempre di più . Vado a vedermi
    l'inizio della partita . E' la parte + bella , folcloristica .....
    Buona visione anche a te . Laura

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