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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 10 settembre 2015

23° DOGE - PIETRO ORSEOLO I (976 - 978)



Un'altro che è durato poco. Viene eletto nella chiesa di San Pietro di Castello perché gran parte della città era partita in fumo. Noterete come i cognomi si ripetano e quindi mi chiedo dove fosse l'autorità del popolo. La prova è che suo figlio (Pietro anche lui) divenne in seguito doge e che sua figlia sposò Giovanni Morosini (altra famiglia nobile) futuro doge anche lui.
Nell'attesa che fossero ricostruiti il Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco, fissò la residenza del dogato nel proprio palazzo.
Nel frattempo si adoperò per ristabilire la pace all'interno ed all'esterno. Per non mettersi contro l'imperatrice Adelaide (vedova di Ottone I che aveva accolto Waldrada e la sua corte) restituì alla vedova del predecessore tutta la dote e quanto le spettava dei beni del marito, volendo però non una semplice ricevuta di Waldrada ma una conferma da parte di Adelaide. L'ottenne il 25 ottobre 976.
Rinnovò gli accordi con Capodistria ed iniziò i lavori di restauro ed edilizia destinandovi anche una parte del suo patrimonio. Non essendo sufficiente il suo apporto, dovette ricorrere, come il predecessore, all'odiosa imposta patrimoniale (da notare che anche ai nostri giorni nulla è cambiato. Si ricorre sempre alle imposte). La ricostruzione del Palazzo Ducale, della chiesa di San Marco e della Biblioteca Marciana costava molto e con i suoi propri fondi fece costruire un ospedale in San Marco ed un ospizio per pellegrini sulla Riva degli Schiavoni. Diede inoltre inizio al primo nucleo della "Pala d'oro" completata poi dal doge Ordelaf Falier.
All'improvviso, su consiglio (hihihi) dell'abate Guarino, emissario di Ottone II, decise di farsi frate e partì in gran segreto da Venezia sino al convento di San Michele di Cuxa nei Pirenei. Si pensa che questa improvvisa vocazione fosse più dovuta al fatto che si ritenesse in pericolo perché non si era avanzato molto nel processo degli assassini di Pietro Candiano il cui partito insinuava che egli sapeva troppe cose e non voleva, di conseguenza, che venissero allo scoperto. Quindi perché rischiare ?
Comunque porta con sè un tesoro per il monastero, abbandonando moglie e figli e lasciando ai poveri di Venezia 1.000 libbre d'oro.
Non uscirà pîù dal monastero ed alla sua morte sarà prima canonizzato e poi reso santo. Qui sotto la sua statua.


Naturalmente poi sorsero un sacco di reliquie ed a Venezia arrivarono tre ossa della gamba sinistra che oggi si trovano nel santuario del tesoro di San Marco in un'urna d'argento.

Ancora un po' di lettura se non siete stanchi.

MODI DI DIRE

In realtà questo è più uno sciolilinga che un modo di dire e bisogna pronunciarlo in continuazione senza fermarsi. E' inutile farne la traduzione e lascio a voi di impararlo.

Sul campaniel de Melma ghe ze 'na quanquantricola
co quarantaquatro quaquantricoloti;
quando che canta la quanquantricola
canta tuti i quarantaquatro quanquantricoloti.

In ogni caso vi spiego cos'è la quanquantricola (pronuncia "quanquantricoa" perché come spiegato più volte la "l" in veneziano è muta e, quindi anche "quanquantricooti") :

Si tratta di un uccello immaginario che ha dato origine ad un curioso oggetto in vetro, sorta di "giocattolo" per i figli dei vetrai. Consisteva in una specie di imbuto chiuso sul davanti da una sottile membrana in vetro e talmente elastica che, soffiando ed aspirando, la membrana si muoveva leggermente dando un caratteristico suono gracchiante. Usata nelle feste e in carnevale oggi la quanquantricola è pressoché scomparsa.

4 commenti:

  1. Grazie per questa storia molto interessante,A presto ciao...

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  2. Che bella questa sfilata dei dogi! Da un lato le loro storie si somigliano, dall'altro si differenziano come si differenziano i personaggi che queste storie hanno vissuto.

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    Risposte
    1. E' vero che le loro storie si assomigliano in modo particolare per come sono morti o come hanno perso il potere, ma vedrai che più avanti ci saranno delle cose differenti (di poco però).
      Ciao Ambra ed a presto.

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