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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

giovedì 3 settembre 2015

22° DOGE - PIETRO CANDIANO IV (959 - 976)


Ricorderete che questo doge arrivò al potere esautorando suo padre e quindi non era ben visto. In ogni caso durò ben 17 anni, un record per l'epoca.
Cominciò con espellere il vescovo di Castello, accusato di simonia, al quale fece anche togliere gli occhi.
Nel 960 emanò una legge che vietava il commercio degli schiavi su un territorio più ampio rispetto alla legge già in atto. Pur se questa legge andava contro l'impero d'Oriente egli si sentiva sempre in buoni rapporti con Ottone I ed arrivò a dire che in caso di rottura tra Venezia e l'Impero il fatto poteva essere attribuito solo a quest'ultimo.
Mise in atto, a poco a poco, il mosaico del suo dominio. Ripudiò la moglie Giovanna costringendola a farsi monaca nel convento di San Zaccaria (divenne badessa). Si liberò del figlio, Vitale, avviandolo al sacerdozio e nominandolo poi patriarca di Grado. La figlia, Marina, la tenne di riserva e questa si sposò poi con il futuro doge Tribuno Menio.
Egli invece si sposò con la lombarda Waldrada, figlia del duca di Spoleto e sorella del marchese di Toscana, che gli portò in dote numerosi appezzamenti di terreno nel Trevigiano, nel Friuli, nel Ferrarese e nella provincia di Adria (NB - Oggi Adria si trova in provincia di Rovigo), con molto bestiame, servitù, armi, imbarcazioni oltre a lingotti in oro, argento, piombo, zinco, rame e ferro. Pietro, come dono di nozze, le assegnò 400 libbre d'argento ed un quarto dei suoi beni visto che il matrimonio era stato contratto secondo la legge salica ed il tutto con il beneplacito di Ottone I.
Tutto questo avveniva nel 966 e l'anno successivo ottenne altri favori promettendo un tributo annuo in valuta imperiale o veneta, che ormai aveva un certo peso, e veniva coniata senza il nome dell'imperatore con la sola scritta "Cristus imperat Venecia".
Il Papa Giovanni XIII nomina Grado come patriarcato e quindi il figlio Vitale viene legalmente riconosciuto incrementando la potenza della famiglia. Inoltre si impadronì, con l'aiuto di mercenari, di un castello nel Ferrarese e mise a sacco Oderzo avviandosi a governare un grande ducato.
Aumentava però il malcontento sfociante all'ira del popolo.
La scintilla si accende con la scomparsa di Ottone I ed in Germania scoppia una rivolta contro suo figlio Ottone II. I Veneziani l'11 agosto insorgono contro il doge tiranno, forse guidato da qualche maggiorente, ma è il popolo a prendere l'iniziativa. Il Palazzo Ducale è imprendibile ed allora si ricorre all'incendio.
Il fuoco, partendo dalle case oltre il canale si espande immediatamente. Bruciano le chiese di San Marco, di San Teodoro e di Santa Maria Zobenigo mentre il Palazzo Ducale minaccia di crollare da un momento all'altro. Il doge e le sue guardie sono costretti ad uscire ma al varco li aspettano gli insorti che li sterminano senza pietà. Il tiranno in ginocchio implora e dice : " E perché, o fratelli, voleste congiurare al mio danno ? Se con parole e con atti recai offesa, chiedo che mi sia risparmiata la vita, pronto a soddisfare ogni vostro desiderio".
Troppo tardi per pentirsi e viene ucciso assieme ad un piccolo figlio ancora in fasce. I due corpi vengono gettati nel mattatoio pubblico in qualità di ultimo oltraggio ed è dovuto solo alla bontà di Giovanni Gradenigo se le salme vengono trasferite a Sant'Ilario dove vengono sepolte. La dogaressa, Waldrada, riuscì a salvarsi andando fuori Venezia. Alla metà del 1800, il musicista Giovan Battista Ferrari, su un libretto di Giovanni Peruzzini compose su Pietro un'opera. In pieno clima risorgimentale, andò in scena al teatro La Fenice (a Venezia) nel 1858 e provocò delle dimostrazioni politiche contro il "tiranno" austriaco che stava per essere scacciato.

PS - Ancora una volta vi risparmio i MODI DI DIRE.

12 commenti:

  1. Como siempre, muy bien documentado.
    Leyéndote, queda uno bien enterado de cada asunto del que escribes.

    manolo
    .

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    Risposte
    1. Buenas tardes, Manolo. Grazie per il complimento, ma il mio tratuttore non prende la parola "Leyéndote". Puoi darmi qualche chiarimento? Un amichevole abbraccio.

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  2. Ciao Elio, grazie di essere passato,ma sopratutto per i complimenti e l'incoraggiamento.... hai ragione per il fatto della "catena alimentare"... i ragni sono sicuramente utili nell'equilibrio ecologico,ma è un fatto estetico BRRRrrrrr .
    Buon proseguimento e buon fine settimana.
    Stella

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    Risposte
    1. Sai, mia moglie è ugualmente inorridita dai ragni e, malgrado ami gli animali non riesce proprio a sopportarli. Sono costretto a raccoglierli su un foglio di carta e portarli fuori in giardino.
      Ti auguro una buona domenica.

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  3. Risposte
    1. Merci Teca, je croix d'avoir encore la possibilité d'écrire encore de belles chose sur les doges. On a na eu 120. Bises.

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