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I MODI DI DIRE, PUBBLICATI IN CALCE AI POST RIGUARDANTI VENEZIA, SONO TRATTI DAL LIBRO "SENSA PELI SU LA LENGUA" DI GIANFRANCO SIEGA - ED. FILIPPI EDITORE VENEZIA O DA "CIO' ZIBALDONE VENEZIANO" DI GIUSEPPE CALO' - CORBO E FIORE EDITORI.
SPERO CHE GLI AUTORI APPREZZINO LA PUBBLICITA' GRATUITA E CHE IO NON SIA OBBLIGATO A SOSPENDERNE LA PUBLICAZIONE.
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I MIEI AMICI LETTORI

lunedì 17 febbraio 2014

ANCORA UNA DEROGA

Il presente post non vuole essere un nostalgico ricordo dei tempi passati. Ogni tempo ha i suoi pro ed i suoi contro. Ma leggete, anche se vale solo per i nati tra il 1935 ed il 1950.


In primo luogo, siamo sopravissuti al parto delle nostre madri le quali ci facevano nascere in casa, per la maggior parte avevano bevuto moderatamente mentre erano in cinta, prendevano delle aspirine, mangiavano piuttosto grasso con anche dei dolci alla fine e non facevano dei test per il diabete od il colesterolo. La maggior parte di loro sono morte a più di 85 anni, o sono in qualche caso ancora in vita.

Dopo questo traumatismo ci addormentavamo in qualsiasi luogo ci lasciassero, ci mettevamo pancia in giù su dei materassi di crine, in camere pitturate con prodotti a base di piombo.
Non c'erano serrature alle porte e quando facevamo della bici avevamo un berretto e non il casco di protezione. Ci portavano in macchine (solo per quelli che abitavano la terraferma) senza aria condizionata, senza cinture e seggiolini speciali e senza air-bag.
Bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane ed i tubi dei robinetti nelle case erano di piombo. Mangiavamo dolci secchi, pane raffermo, ma con del vero burro o del lardo. Bevevamo del cioccolato con vero zucchero ... e non eravamo obesi.
 
PERCHE' ?

Perché eravamo sempre in movimento, giocavamo fuori, uscivamo tutte le mattine, quando non c'era scuola, per giocare all'aria aperta tutta la giornata, a condizione di rientrare prima che facesse scuro. Per ore ed ore costruivamo spade di legno, i tacchi per giocare alle figurine, le tavolette con le ruote per discendere senza freni. Dopo essere finiti nei cespugli, almeno un paio di volte, imparavamo a gestire il problema senza aiuti esterni.
Non avevamo Playstation, Nintendo, x-box, iPod...ecc. Non esistevano giochi video, 150 canali TV, DVD, Hi-FI o CD, non il telefonino, non il PC e non Internet.
Avevamo degli amici e quando uscivamo per andare a casa loro, la porta si apriva prima ancora che suonassimo il campanello. Cadevamo dagli alberi pensando fosse sufficiente un fazzoletto come paracadute, ci tagliavamo, ci rompevamo qualche osso e qualche dente e non c'erano denuncie per questo. Giocavamo con delle zattere di fortuna (anche i cassetti dei comò andavano bene).
Andavamo a scuola in pantaloni corti e grembiule nero, saltavamo di qua e di là (Oh, mi ricorda qualcosa), tuffandoci nei rii e nei fiumi, senza bagnino che ci tenesse d'occhio. Facevamo del bricolage con tutte le speci di attrezzi considerati pericolosi dai genitori. Mangiavamo dolci anche a base di cocco (e non di coca).
Da bambini ci lavavano dentro dei mastelli perché la stanza da bagno era ancora un sogno.
Quando nevicava uscivamo a "fare la guerra" con le palle di neve e tornavamo a casa bagnati fradici. Ma qui, qualche sculacciata la prendevamo. Anche se ci dicevano che tutto avrebbe potuto succedere, per la maggior parte siamo ancora qui.
L'idea che i nostri genitori fossero contro il parere del maestro, del poliziotto, del vigile, del parroco e del sindaco e che potessero addirittura arrivare alle mani per difendere "il pargolo" era per noi inimmaginabile. Anzi, se ci lamentavamo, rischiavamo di prendere una sberla per il malcomportamento.
In colonia od al patronato avevamo imparato a vivere insieme rispettandoci anche se qualche volta, durante una disputa, si usciva con il sangue dal naso, ma non si finiva mai al coltello od al kalachnikov, tutto si regolava con qualche pugno e poi, amici come prima.
Le nostre generazioni hanno prodotto teste pensanti, inventori, fondatori di industrie, bravissimi operai, spesso autodidatti, ma sempre con un carattere debordante e voglia di vivere.
Negli scorsi 50 anni si è avuta un'esplosione di innovazioni e di nuove idee, ma noi avevamo la libertà e, pur con la paura dell'errore, avevamo imparato a gestire il tutto.
Se vi riconoscete in questa descrizione sarete d'accordo con me che la nostra vita era bella, limpida, alle volte dura, ma come eravamo felici.
(Testo trovato in francese su Internet e da me tradotto in italiano, con qualche aggiunta personale)


15 commenti:

  1. ciao Elio, bellissimo questo scritto che hai riportato, posso dire d'aver vissuto anch'io quei tempi, hai ragione, erano duri talvolta, ma eravamo piu' felici, ci accontentavamo di poco , gli amici si frequentavano di piu', c'erano le compagnie, adesso siamo diventati solitari, il nostro mezzo per comunicare e' il pc o altre diavolerie di telefoni, tornerei indietro volentieri se si potesse, ciao grazie per questo post nostalgico, buon pomeriggio a presto rosa.)

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  2. Caio, un testo bellissimo il tuo, anche se con qualche modifica personale credo proprio che tu abbia mantenuto lo spirito ed il coraggio di quei tempi.
    Io sono del 1078 e per certi versi mi ritrovo in quelle giornate dove si stava fuori fino a tardi, dove si giocava a nascondino, a campana ed a palla avvelenata!, dove la vita forse era più severa con tutti ma sicuramente più vera.
    Oggi viviamo in un altro mondo, oggi con un click sei in contatto con migliaia di persone che sono distanti da te, i videogiochi sono il nostro pane quotidiano e senza il telefonino non ci sentiamo persi...è tutto molto triste anche se per certi versi tutta questa tecnologia è utile.
    Credo che hai miei figli insegnerò a vivere bene nel loro tempo imparando ad usare sempre il buon senso senza mai dimenticare che le persone sono fatte di ciccia e che le parole sono importanti.
    Un abbraccio e grazie per questa bella riflessione.
    Susanna
    Coscina di pollo

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    1. scusa per gli errori di ortografia, ma come vedi il pc nuovo e la tecnologia mi rifiutano! scusa ancora :-)
      Susanna

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  3. Sono nata nel '50, ma alcune delle cose di cui parli le ho conosciute direttamente, altre le ho sapute dai racconti dei miei genitori, anche dei nonni.... Ho sempre ammirato quel senso di avventura che traspariva dai loro racconti riguardo episodi della loro infanzia e posso riconoscere che sì, era proprio bello quel modo di vivere....così spontaneo, vero e genuino. Poi, il progresso, la tecnologia , hanno reso tutto più semplice e meno faticoso,,,.ma, a quale prezzo?
    Ciao Elio, buona settimana

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  4. Ciao Elio, sono nata poco dopo il 50, ma quanti ricordi mi hai risvegliato.......sacrosanta verità......sai che se ci penso mi viene la malinconia non solo per gli anni passati , ma per il genere di vita spartano e felice che si viveva.

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  5. Tutto vero, caro Elio e condivido pienamente. Un caro saluto da Bari.

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  6. Tutto vero ma scusa se ti rammento che i 70 che oggi stanno sulle poltrone più importanti del nostro Paese con tripli incarichi sono proprio della vostra generazione. Viscidi parassiti egoisti e opportunisti che non lasciano il posto ai giovani e al futuro per ingordigia e un vile limite mentale.
    In fondo se stiamo così è anche grazie alla loro ottusità e tornaconto personale.

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  7. Caro Elio, io non faccio parte di quella fascia di anni da te accennata 35 - 50 (mi sembra no?) Eppure tante delle cose che tu descrivi, quasi tutte per la verità le ho vissute e condivido con te tutto. Una cosa che mi è piaciuta particolarmente è: "...Avevamo degli amici e quando uscivamo per andare a casa loro, la porta si apriva prima ancora che suonassimo il campanello..." Era vera questa cosa e a pensarci era stupenda! Infine mi piace molto la chiusura del testo:
    "...la nostra vita era bella, limpida, alle volte dura, ma come eravamo felici."

    Ciao Elio per questa sorsata di nostalgia...sana nostalgia!

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  8. In pieno, mi sono identificata nella tua descrizione! Se eravamo felici non so. ma sicuramente la vita era più semplice e noi eravamo in grado di gestire la nostra vita, anche da piccoli, come oggi nessuno è più capace.

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  9. Sto dentro quegli anni ,e condivido ricordi ed esperienze.ed era uguale,dappertutto,da nord a sud.Da me la neve era una rarità,giocavamo sul greto del torrente d'estate,o a costruire giocattoli con le canne,le pale dei fichidindia,i vecchi rocchetti,quando non potevamo uscire.Colazione a pane e latte,merenda pane zucchero e olio o pomodori,rari i raffreddori,ma tante ammaccature e graffi ..Imparavamo guardando la natura,lo scorrere delle stagioni,più che dai libri.E i maestri erano persone da rispettare ed amare.Grazie per questo bel post,pieno di verità e un po di nostalgia.

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  10. Ciao Elio sembra scritta per me!
    Ciao se passi da me, nell'ultimo post o fatto il tuo nome.

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  11. Bel post molto veritiero. Probabilmente anche le vecchie case dette di ringhiera con i cortili e la portinaia che strillava :-) aiutavano a socializzare.
    Buona serata Elio

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  12. Πόσο με συγκίνησε αγαπητέ μου Elio αυτό το κείμενο....
    Κι εγώ έτσι μεγάλωσα και χαίρομαι πολύ!
    Σου στέλνω μια φιλική αγκαλιά

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  13. Ahhh, Elio, estoy tan de acuerdo con este escrito, yo nací en el 50, jugaba con muñecas de plástico o de goma pero no hablaban ni se orinaban o hacian provechito como ahora, pero era muy felíz!!!!! todo tiempo pasadao fue mejor, cada dia estoy más convencida. Abrazos.

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  14. Ciao Elio, mi perdonerai se non passo spesso ma in questo periodo non ho molto tempo per il web. Non sono degli anni 50 bensì degli anni 60 ma mi ritrovo in moltissimi punti del tuo racconto.
    E' di noi "genitori moderni", in questo folle mondo dove tutto sembra ribaltato, l'arduo compito di indirizzare i nostri figli nella via della vita... questi ricordi aiutano ad avere una visione equilibrata, e spessissimo mia mamma racconta al mio Braccio Destro di periodi ancora più "spartani" per non parlare dei ricordi della bisnonna ancora vivente, buona domenica!

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